In un articolo su Il Sole 24 Ore del 10 maggio scorso, Paolo Galluzzi, Direttore dell’Istituto e Museo di Storia delle Scienze di Firenze, prende sul “caso Galileo” una posizione critica nei confronti della Chiesa, che dal suo punto di vista vorrebbe “sancirne unilateralmente la conclusione perché esso mostra meglio di altri episodi la natura storica, evolutiva e terrena dell’istituzione religiosa, sottoposta ai condizionamenti del contesto, fondata su assetti dottrinali che mutano nel tempo, affidata alla responsabilità di personaggi che errano umanamente”.
Per Galluzzi invece “il caso Galileo” (che in realtà anche nella Chiesa è ancora oggetto di studio e discussione, v. SRM …) non sarebbe “mai stato così aperto come oggi”, e sarebbe un caso “problematico, ambiguo e arduo da risolvere perché torna a prospettarsi in modi e con significati continuamente mutevoli in momenti diversi della storia moderna”.
Dal suo punto di vista, sarebbe quindi necessario “trovare un punto accettabile di equilibrio che allenti la tensione tra la battaglia risoluta della Chiesa contro il relativismo in nome di valori, assoluti e non negoziabili” e “la visione laica dei principi morali”, di valori non assoluti ma “adattabili alle circostanze, negoziabili, sulla base di un largo consenso e comunque sempre subordinati al principio essenziale della libertà di pensiero e di coscienza”.
Link articolo, SRM (da Il Sole 24 Ore)
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