da Avvenire, 3 luglio 2009
Caso Galileo, dagli atti del processo una lezione per la Chiesa di oggi
di Gianni Cardinale
Accurate note critiche accompagnano la nuova edizione dei documenti. A presentarli Sergio Pagano: Sui temi scientifici occorre sempre prudenza.
Gli studiosi e gli appassionati del tema hanno un nuovo strumento per meglio valutare il capitolo forse pi delicato nella storia dei rapporti tra scienza e fede. Nella sala stampa vaticana stata, infatti, presentata ieri una nuova edizione de I documenti vaticani del processo di Galileo Galilei (1611-1741). Il corposo volume (quasi seicento pagine)stato curato dal vescovo barnabita Sergio Pagano, prefetto dell’Archivio segreto vaticano, che curanche la prima edizione del 1984. Il presule, nell’illustrare l’opera ai giornalisti, ha spiegato quali sono gli aspetti innovativi di questa edizione,pisicura e picompleta. Pisicura per unamaggiore fedeltagli atti originali del processo, attraverso una minuziosa riletturarigo per rigo, maiuscola per maiuscola; picompleta perchvi sono stati inseriti una ventina di nuovi documenti ritrovati negli archivi dell’ex Sant’Uffizio dopo il 1984. Il volumepoi corredato da un’ampia introduzione in cui Pagano ripercorre tutte le tappe che dal 1611 al 1633 condussero al celebre processo.
Ogni singolo documento preceduto da una accurata nota critica.
Pagano quindi ha fatto notare che il volume contiene per la prima volta le notazioni storiche e biografiche di tutti i personaggi coinvolti (l’unico non ancora identificato – ha aggiunto il presule – risulta essere il padre gesuita dalle cui prediche a Santa Maria Novella scaturla prima denuncia contro Galilei). Pagano ha voluto poi ribadire la scientificitdell’opera che non vuole essereapologetica, nvuole dare spazio afantasticheriestoriografiche. E ha rimarcato come Galilei abbia voluto sempre essere un figlio della Chiesa: rifiuti doni che una potenza protestante come l’Olanda voleva fargli emorda buon cattolico, anche se purtroppo da penitente perchil Papa [Urbano VIII, ndr] non volle togliergli le penitenze che gli erano state imposte, un gesto quest’ultimo, ha poi aggiunto Pagano, caratterizzato datroppa severitverso questo vecchio prossimo alla morte. Il prefetto dell’Archivio vaticano ha inoltre notato come Galilei,che non conosceva bene la Curia romana, abbia irrimediabilmente compromesso la sua posizione nei confronti del Sant’Uffizio collinguaggio apoditticousato nel Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo per dimostrare, senza vere prove scientifiche, le tesi copernicane.
Alla fine della conferenza stampa Pagano ha speso delle parole forti in difesa della memoria di Pio XII,un grandissimo Papa, e contro i sostenitori delsuo presunto silenzionei confronti della Shoah. Ha ricordato che ci sono una ventina di addetti al lavoro per ordinare le carte del pontificato pacelliano e che ci vorranno ancora cinque-sei anni per terminarlo.
E ha aggiunto:Pio XII ha corso rischi personali anche molto alti per salvare degli ebrei. Non posso dire di pi ora, ma fra cinque o sei anni, chi vorr aprire gli occhi li aprir. Sempre durante la conferenza stampa, rispondendo alla domanda su cosa pu insegnare oggi il caso Galileo, Pagano, tra l’altro, ha detto che necessario stare molto attenti quando ci si confronta con la sola scrittura alla mano in questioni scientifiche, a non fare noi gli errori che furono fatti allora. Penso alle cellule staminali, penso ai problemi dell’eugenetica, penso ai problemi della ricerca scientifica in questi ambiti, che qualche volta ho l’impressione siano condannati con gli stessi preconcetti che valevano allora per la teoria copernicana.
Per cercare di evitare possibili strumentalizzazioni successivamente la Sala stampa ha diffuso la seguente dichiarazione chiarificatrice di Pagano:Il caso Galileo insegna alla scienza a non presumere di far da maestra alla Chiesa in materia di fede e di Sacra Scrittura e insegna contemporaneamente alla Chiesa ad accostarsi ai problemi scientifici – fossero anche quelli legati alla pimoderna ricerca sulle staminali, per esempio – con molta umilte circospezione.
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