Il prof. Zichichi, Presidente della World Federation of Scientists, spiega in un articolo su Avvenire che “non solo il calendario perfetto, ma l’astrofisica moderna e la scienza sono conquiste” della cultura cristiana, la quale, “come insegna oggi Benedetto XVI”, ha “nei vescovi di Nicea, in Dionigi il Piccolo, in Aloysius Lilius, Gregorio XIII e Galileo Galilei le colonne portanti della grande alleanza tra fede, ragione e scienza.”
E mentre la necessità, espressa dal Concilio di Nicea nel 325 d.C.), di collocare nel calendario la Pasqua nella “prima domenica successiva alla prima luna piena che segue l’equinozio di primavera”, determinò “l’esigenza di conoscere la data esatta dell’equinozio di primavera”, nel 1609 Galileo Galilei “decise di puntare verso il cielo” il suo cannocchiale, “per conoscere la verità sulla logica seguita da Colui che ha fatto e stelle e pietre”, con la certezza “che per venire a capo di questa logica fosse necessario porre domande al suo Autore”, ovvero Dio.
Con le proprie osservazioni, lo scienziato toscano “scoprì sette straordinarie verità: le montagne della Luna, le macchie solari, i satelliti di Giove, le fasi di Venere, gli anelli di Saturno, la Via Lattea che non è luce riflessa dal Sole ma prodotta da miliardi di stelle e il fatto che il Sole ruota a trottola come fa la Terra”; e con i propri “esperimenti qui sulla Terra”, arrivò a definire “le prime leggi fondamentali della Natura”.
Link Avvenire
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