Prima predica di Avvento alla presenza del Papa
da L’Osservatore Romano, 4 dicembre 2010
Il gufo e la civetta non conoscono il mondo diurno e se un’aquila volesse spiegare loro la bellezza del sole, essi non riuscirebbero a ben comprendere la sua natura. Così lo scienziato ateo quando afferma che Dio non esiste. Giudica un mondo che non conosce, applica le sue leggi a un oggetto che è fuori dalla sua portata. Usa questo paragone padre Raniero Cantalamessa, il cappuccino predicatore della Casa Pontificia, per introdurre il tema della prima predica di Avvento, tenuta alla presenza di Benedetto XVI, questa mattina venerdì 3 dicembre, nella cappella Redemptoris Mater del Palazzo Apostolico.
Il predicatore ha messo innanzitutto in guardia dai pericoli dello scientismo. “È ormai una gara tra gli scienziati non credenti – ha detto – soprattutto tra i biologi e cosmologi, a chi si spinge più avanti nell’affermare la totale marginalità e insignificanza dell’uomo nell’universo e nello stesso grande mare della vita”. Netta distinzione invece deve esserci, secondo Cantalamessa, tra scienza e scientismo; tant’è che “il rifiuto dello scientismo non ci deve naturalmente indurre al rifiuto della scienza o alla diffidenza nei confronti di essa. Fare diversamente sarebbe un far torto alla fede, prima ancora che alla scienza. La storia ci ha dolorosamente insegnato dove porta un simile atteggiamento”. Al contrario il neo beato John Henry Newman ci ha dato l’esempio luminoso di un atteggiamento “aperto e costruttivo verso la scienza”. Basti ricordare che nove anni dopo la pubblicazione dell’opera di Darwin sull’evoluzione delle specie, Newman anticipò di un secolo e mezzo il giudizio attuale della Chiesa “sulla non incompatibilità di tale teoria con la fede biblica”. D’altra parte, dell’atteggiamento nuovo e positivo da parte della Chiesa nei confronti della scienza, ha sottolineato padre Cantalamessa, “è espressione concreta la Pontificia Accademia delle Scienze, in cui eminenti scienziati di tutto il mondo, credenti e non credenti, si incontrano per esporre e dibattere liberamente le loro idee su problemi di comune interesse per la scienza e per la fede”.
© L’Osservatore Romano
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