Il prof. Barrow, Premio Templeton 2006, lo ha spiegato nel corso della conferenza stampa di presentazione della STOQ Lecture 2010, che lo ha visto protagonista, il 10 dicembre scorso, presso la Sala San Pio X. “La comunicazione della scienza”, ha spiegato rispondendo a una domanda di SRM, “non è totalmente differente dalla comunicazione in altri ambiti, ad esempio in ambito economico o politico”.
Come in queste aree, “vi sono molti modi per comunicare una scoperta, un evento, un progetto scientifico, e tutto dipende fondamentalmente da coloro che leggono”; quindi non bisogna sorprendersi osservando come “alcune scoperte vengono divulgate in modo da attirare l’attenzione di determinate tipologie di lettori, ad esempio “coloro che sono più vicini alla fantascienza”, oppure “gli studenti che hanno loro specifici interessi, e un loro specifico atteggiamento psicologico”.
Naturalmente, “il punto di partenza che è sempre necessario rispettare è il bisogno di non essere imprecisi, di mantenere un certo grado di accuratezza e di correttezza nell’informazione”, mentre “naturalmente le strategie che si possono utilizzare possono essere simili a quelle utilizzate per altre attività”.
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