Pensare l’Universo come fosse un computer, che elabora e produce materia e energia come fossero informazioni, anzi bit. Questa l’ipotesi avanzata nel 2002 dall’ingegnere quanto-meccanico Seth Lloyd del Massachusets Institute of Technology e pubblicata dal New York Times.
Un articolo di Avvenire racconta questa e altre teorie che ipotizzano l’universo come una struttura informativa, dove le leggi e le linee evolutive diventano “software” che gestisce la materia, fatta di unità d’informazioni assemblate che possono coincidere, per alcuni analogicamente, per altri strutturalmente e funzionalmente, con i bit di un computer.
Il computer in questo caso è l’universo stesso, o forse Dio? Ipotesi “di confine”, che nel momento in cui vengono messe alla prova della dimostrazione logica o scientifica della loro validità, possono reggere o non reggere, ma che sicuramente aprono contemporaneamente interrogativi filosofici, che saranno argomento di discussione e confronto nei prossimi anni.
Link articolo Avvenire
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