La tesi del prof. Stephen Hawking è alla base, sembra, del suo ultimo libro, The Grand Design, che però non abbiamo ancora avuto modo di leggere e recensire.
Il punto però è proprio questo: l’impossibilità non solo logico concettuale (se Dio fosse comprensibile dalla mente dall’uomo, non sarebbe Dio) ma proprio scientifica, di una tale “scoperta”.
Se la scienza non è in grado di spiegare questioni molto più “semplici” (nella misura in cui può essere semplice ad esempio capire se l’Universo è regolato da stringhe, se vi è una pluralità di Universi, oppure, anche solo sapere perfettamente come funzionano certe particelle), come sarebbe mai possibile che un eventuale essere superiore che avesse creato uno o più universi e le loro regole di “funzionamento” ed evoluzione, che non comprendiamo e non individuiamo, fosse invece inviduale, comprensibile, e persino escludibile ?
Quindi, forse, la questione è che, al di la dell’interesse mediatico e di possibili orientamenti di comunicazione editoriale,
quello del prof Hawking è sicuramente uno dei pareri più autorevoli che sia possibile ascoltare, ma, come aveva rilevato anche l’antropologo Fiorenzo Facchini nei giorni scorsi, “non è un’affermazione scientifica, e su questo c’è un accordo quasi generale da parte della comunità intellettuale: è la rispettabilissima ma comunque discutibile opinione di uno scienziato, il quale, come persona, esprime solo un suo proprio pensiero, una sua filosofia.”Direttore SRM
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