Sono la stessa storia della scienza, e la storia della chiesa e del suo contributo al pensiero intellettuale, a mostrarci come non sia mai esistita una reale antiteticità tra fede e ricerca scientifica, ma una dialettica sempre tendenzialmente armonica. Una dialettica che nel corso dei secoli si è indubbiamente manifestata e sviluppata in modi variabili, dipendenti da fattori storici, sociali o anche politici contingenti, ma che non è mai stata contraddetta né è mai stato possibile negare, a meno di peccare come minimo di poca onestà intellettuale.
Questo uno dei punti cruciali della lectio inaugurale del Master in Scienza e Fede, tenuta il 19 ottobre scorso da P. Rafael Pascual LC, Decano della Facoltà di Filosofia e Direttore dell’istituto Scienza e Fede, oltre che del Master.
Basterebbe documentarsi, ha spiegato, per “scoprire” che, come tra gli scienziati numerosi furono i credenti, così nello stesso “mondo cattolico non mancarono chierici e religiosi che si dedicarono con successo e contribuirono significativamente nei più svariati ambiti delle scienze naturali.”
Studiosi come “Copernico, Mariotte, Boscovich, Stensen, Spallanzani, Secchi, Mendel, Mercalli, Lemaitre, per citare soltanto i più noti, il cui contributo fu decisivo per lo sviluppo delle scienze nei loro ambiti rispettivi”.
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