Lo ha spiegato il prof. Gian Maria Zaccone, Vicedirettore del Centro Internazionale di Sindonologia e Direttore Scientifico del Museo della Sindone, durante la lezione inaugurale del corso di Storia della Sindone, nell’ambito del Diploma in Studi Sindonici attivato quest’anno dall’Istituto Scienza e Fede presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.
Prima di tutto, ha spiegato Zaccone, “se la Sindone non contenesse un’immagine, e se questa immagine non ci rimandasse immediatamente alla figura di Cristo, che interesse avrebbe ?” E probabilmente “non vi sarebbe stata tanta attenzione e tanti studi nei suoi confronti”.
La Sindone “ha questa importanza proprio perché ha un rimando preciso alla figura di Cristo; diversamente sarebbe al più un oggetto curioso dal punto di vista scientifico, magari chiuso in qualche museo, ma non susciterebbe l’emozione che suscita, né avrebbe la notorietà che ha”.
E se da una parte ha “bisogno degli uomini”, a cui è destinato, “per espletare la propria funzione”, dall’altra la Sindone “dal punto di vista del credente è provvidenziale; ovvero la provvidenza ha messo sul cammino degli uomini quell’immagine perché la guardino e compiano il salto spirituale che li solleva dalla loro condizione”. Perché “se in una visione di fede, la morte è necessaria per la risurrezione, ecco la Sindone, che è sempre una meditazione sulla morte che si apre alla risurrezione”.
Link Diploma in Studi Sindonici
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