Alla Biblioteca Nazionale Centrale si è celebrato il convegno COELVM VRBIS dedicato a Silvestro II, il papa astronomo, alla presenza di numerosi studenti, docenti, del direttore della Nazionale e del direttore dell’Accademia Polacca.
Gli interventi del prof. Flavio Nuvolone dell’Università di Friìburgo in Svizzera, Prof. Jorge Nuno Silva dell’Università di Lisbona, Marco Zuccato (Parigi- Università Diderot) e dall’Italia di Flora Parisi (Roma) Costantino Sigismondi (Roma) Paolo Rossi (Pisa) Laura Paladino (Roma), Matteo Villani (Roma) e Pasquale Arfé (Napoli) hanno toccato tantissimi aspetti della vita di Gerberto d’Aurillac-Silvestro II e dei suoi contemporanei Ascellino di Laon ed Adalberone di Reims.
Le pubblicazioni recenti su Gerberto sono state presentate: la ristampa dell’Epistolario di Gerberto tradotto in Italiano da Maria Giulia Panvini Carciotto, valente ricercatrice catanese, scomparsa prematuramente nel 1996 e gli atti del convegno del 2009 ORBE NOVVS.
Gerberto ha lasciato diversi messaggi in codice, quelli nascosti nella composizione delle immagini secondo uno stile tipicamente altomedievale, sono stati decodificati sulla rilegatura dell’evangeliario di Echternach dal prof. Nuvolone: un inno alla vita che rinasce dopo la morte, anche quella del progetto di renovatio imperii svanito con la morte del giovane imperatore Ottone III a soli 22 anni, mentre Gerberto -suo precettore- era Papa.
Il calcolo dell’area del triangolo equilatero chiama in causa un numero irrazionale:quello del rapporto tra lato ed apotema; Gerberto riesce a dare una soluzione approssimata dell’area del triangolo equilatero con una precisione migliore di una parte su 1000 usando una terna di numeri interi piccoli “quasi pitagorici”, la più prossima ai lati del mezzo triangolo equilatero 15 26 30. Paolo Rossi ci ha guidati in questa spiegazione riuscendo a mettere in luce l’operato di Gerberto, dall’approccio insospettatamente moderno.
L’abilità nei calcoli di Gerberto, che aveva pure inventato un abaco particolare, era utilizzata anche per giocare. Con il massimo esperto al mondo di storia dei giochi, il prof. Silva, abbiamo sorvolato il mondo dei giochi matematici in Europa attorno all’anno mille. Costantino Sigismondi ha poi mostrato come la Sfera che Gerberto descrive a Costantino di Fleury doveva essere uno strumento astronomico per osservare il passaggio del Sole agli equinozi o ai solstizi, proprio perché era allineata accuratamente con il polo nord celeste.
La mano che ha scritto un testo, conservato alla biblioteca reale di Bruxelles come il foglio 10054-56 recto, è stata riconosciuta da Pasquale Arfé, dell’Orientale di Napoli, come quella di Gerberto. In questo manoscritto sono riportati gli schemi dei principi filosofici che Gerberto ha pubblicato nel 997 per Ottone III nel libretto De Rationali et Ratione Uti. E’ straordinario che dopo più di mille anni emergano ancora tracce autografe di Gerberto, che essendo stato il più grande bibliofilo del suo tempo ha avuto relazioni con tutti gli scriptoria dell’epoca: di questo ha riferito Flora Parisi, della Biblioteca Nazionale, come Matteo Villani autore di un contributo sulla fortuna della tradizione su Gerberto in Ungheria. Laura Paladino ha presentato una classificazione delle citazioni classiche (orazioni e testi scientifici) nelle lettere di Gerberto. Il mondo classico era un fondamento solido del pensiero gerbertiano, che possiamo definire antesignano del tomismo senza avere a disposizione tutti i testi di Aristotele disponibili nella seconda metà del duecento a Parigi.
Marco Zuccato ha analizzato i progressi della storiografia gerbertiana a livello europeo sulla questione dell’astrolabio. La situazione non è molto avanzata dalla pubblicazione dei lavori scientifici di Gerberto fatta da Bubnov nel 1899, ma uno studio delle fonti arabe andaluse e catalane dello stesso periodo può aiutare a capire come l’astrolabio fosse conosciuto, spiegato, usato e costruito quando Gerberto era in Catalogna. Se alla corte del sultano Maslama anche una donna poteva insegnare astronomia è segno che questo strumento circolava ed il suo insegnamento non era un mistero. Fuori dalle righe dell’accademia il prof. Sigismondi conclude: “nulla osta a che Gerberto lo abbia usato ed abbia pure pubblicato delle istruzioni per l’uso (de Utilitatibus Astrolabii) a lui attribuite ai tempi di Bubnov e poi negate dalla critica novecentesca. Questa è una delle tante affermazioni che farebbero dire agli accademici di ogni tempo verso alcuni loro colleghi <>, cioè <> com’è scritto nel nuovo autografo gerbertiano di Bruxelles presentato oggi, e a questa legge sembrano non poter sfuggire neppure quelli che si occupano di Gerberto…”
Il prossimo appuntamento è al 2011, nel giorno 12 del mese di maggio.
Costantino Sigismondi
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