da L’Osservatore Romano, 3-4 maggio 2010
Di fronte al mistero del Sabato santo
Benedetto XVI a Torino per l’ostensione del telo
Di fronte alla Sindone – icona del mistero dell’oscurità del Sabato Santo che avvolge anche la nostra epoca – Benedetto XVI ha sostato in preghiera nella serata di domenica 2 maggio, durante la visita pastorale a Torino. È stato questo il momento centrale di una giornata vissuta nel ricordo della sofferenza e del dolore di Gesù. Dolore e sofferenza dinnanzi ai quali il Papa si è nuovamente chinato in serata, prima di lasciare la città, intrattenendosi con gli ammalati ospiti della Cittadella della Carità, l’opera voluta e fondata da san Giuseppe Cottolengo. In precedenza Benedetto XVI si era immerso nell’abbraccio della popolazione torinese. In piazza San Carlo al mattino, dopo aver ricevuto il saluto della comunità civile, il Papa, celebrando la messa, aveva invocato la collaborazione di tutti per perseguire il bene comune e per rendere la città sempre più umana e vivibile. “Il pensiero cristiano sull’uomo – aveva detto – non è mai contro la sua libertà” ma è piuttosto “in favore di una maggiore pienezza che solo in una civiltà dell’amore trova la sua realizzazione”. E in questo contesto il Papa ha riservato un posto speciale ai disoccupati, alle famiglie in difficoltà, agli emarginati, agli immigrati. Su di loro, così come su tutti quanti soffrono ha invocato la protezione della Vergine. L’invocazione è giunta alla fine della messa. Si era rivolto alla Patrona della città, venerata con il titolo Beata Vergine Consolata. Nello stesso tempo aveva indicato in Maria un modello da seguire per imparare a “guardare Gesù con uno sguardo di fede”. E un invito a cercare modelli cui ispirarsi Benedetto XVI lo aveva poi rivolto anche ai giovani incontrati nel primo pomeriggio. Ognuno di noi, aveva ricordato, “è creato non per compiere scelte provvisorie e revocabili, ma scelte definitive e irrevocabili che danno senso pieno alla vita”. L’esempio è quello offerto dal loro concittadino, il beato Pier Giorgio Frassati, il quale “affascinato dalla bellezza del Vangelo delle beatitudini” ha scelto di farsi irrevocabilmente compagno di Cristo.
© L’Osservatore Romano
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