Un accordo definito nei mesi scorsi ed ufficializzato il 19 maggio, prevede infatti collaborazioni sia per attività di ricerca, che per la diffusione e divulgazione degli studi sulle cellule staminali adulte, e le loro prospettive e potenzialità, al fine di sostenere questo tipo di ricerche, anche perché scelte come alternative alle sperimentazioni su embrioni umani.
Per P. Tomasz Trafny, Officiale del Pontificio Consiglio per la Cultura, “considerando le potenziali implicazioni dell’indagine scientifica, l’applicabilità medica e l’impatto culturale della ricerca sulle staminali adulte, la collaborazione con NeoStem rappresenta uno sforzo critico”, che “attraverso iniziative educative” e tramite “la sponsorizzazione di programmi di ricerca scientifica che superino i limiti della conoscenza delle staminali adulte che non intaccano la vita umana”, permette di avvicinarsi a “un passo decisivo per dare sollievo a inutili sofferenze umane”’.
Per Robin L. Smith, presidente e amministratore delegato di NeoStem, “per oltre 40 anni i medici hanno usato cellule staminali adulte per trattare vari tumori sanguigni, ma solo recentemente la promessa di usare staminali adulte per curare un significativo numero di altre malattie ha cominciato ad essere compresa”. Oggi, la possibilità di avere “un supporto adeguato per condurre ricerche e terapie” costituisce anche “un passo monumentale per il settore della medicina rigenerativa”.
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