da L’Osservatore Romano, 12 maggio 2010
L’economia senza l’etica crea problemi irresolubili
Nell’incontro con i giornalisti in volo verso il Portogallo il Papa auspica che fede e secolarismo si incontrino
Oggi le sofferenze della Chiesa vengono proprio dal peccato che esiste al suo interno
Le più grandi persecuzioni alla Chiesa non vengono oggi dall’esterno, ma dai peccati al suo interno. Lo ha detto il Papa parlando con i giornalisti che lo accompagnano in questo suo nuovo viaggio apostolico, durante l’incontro a bordo dell’aereo, poco dopo il decollo verso Lisbona. Definisce “realmente terrificante” quanto emerso a proposito dello scandalo degli abusi sessuali. Afferma che il perdono non sostituisce la giustizia. Parla delle sofferenze della Chiesa per queste drammatiche vicende. Le accosta a quelle annunciate nel terzo segreto di Fátima. Si sofferma sulla crisi economica dell’Europa e avverte che è necessario l’incontro tra fede e secolarismo che oggi si confrontano, se si vuole realmente trovare la strada verso il futuro.
Le domande formulate dai giornalisti – e rivolte al Pontefice dal gesuita Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede – hanno sostanzialmente riguardato tre tematiche: la situazione complessiva del Portogallo; la crisi economica che ha colpito l’Europa e i risvolti che essa può avere sul futuro del continente; l’attualità del significato del messaggio di Fátima.
Benedetto XVI ha espresso sentimenti di gratitudine per quanto il Portogallo ha fatto nel corso della storia, per la profonda umanità di un popolo che ha confidato di aver da sempre voluto conoscere. Questo Paese, ha aggiunto, è stato una grande forza per la fede cattolica. L’ha diffusa in tante parti del mondo come una fede coraggiosa, intelligente e creativa. Ha saputo poi creare grandi culture. Il Pontefice ha fatto poi risalire la dialettica tra fede e secolarismo indietro nel tempo, sino all’illuminismo. Naturalmente oggi questa dialettica si è radicalizzata e ciò rappresenta la grande sfida per l’Europa. Per affrontarla il Papa ha indicato la strada del dialogo. Una cultura europea che fosse solo razionalista, ha detto in sostanza, e non avesse la dimensione religiosa e trascendente, non sarebbe in grado di entrare in dialogo con le grandi culture dell’umanità, al contrario aperte alla dimensione religiosa dell’essere umano. È un errore, ha aggiunto, pensare a una ragione pura, solo esistente in se stessa, antistorica. La ragione come tale, ha ricordato, è aperta alla trascendenza e solo nell’incontro tra realtà trascendente, fede e ragione l’uomo trova se stesso. Compito dell’Europa è cercare e trovare il dialogo per integrare fede e razionalità moderna in un’unica visione antropologica che completi l’essere umano e renda comunicabili le culture. In definitiva, la grande sfida di questo momento è fare in modo che secolarismo e fede si incontrino per trovare la loro vera identità. A proposito della crisi economica che attraversa l’Europa Benedetto XVI ne ha sottolineato i risvolti etici e morali. Un puro pragmatismo economico che prescinde dalla realtà etica e morale dell’uomo non contribuisce positivamente alla soluzione della crisi ma crea nuovi problemi. La Chiesa deve proporre la sua tradizione, condensata nella dottrina sociale. La Caritas in veritate – ha ricordato – allarga l’aspetto etico e della fede sopra l’individuo alla responsabilità del mondo, a una razionalità “performata” dall’etica. E l’andamento dei mercati in questi ultimi anni – ha fatto notare – mostra che la dimensione etica è interna e deve entrare all’interno dell’agire economico. Solo così l’Europa realizza la sua missione.
A proposito del messaggio di Fátima il Papa si è ricollegato alle sofferenze attuali della Chiesa. Il Signore ha detto che la Chiesa sarà sofferente sino alla fine del mondo. E oggi – ha aggiunto il Pontefice – lo si vede in modo particolare. Oltre alla sofferenza come missione del Papa – esemplare in questo senso Giovanni Paolo ii vittima dell’attentato – Papa Ratzinger ha spiegato che nel messaggio di Fátima ci sono indicazioni precise su realtà e futuro della Chiesa.
Anche nel suo primo discorso, pronunciato all’aeroporto subito dopo l’arrivo, Benedetto XVI ha ripetuto che “da una visione sapiente sulla vita e sul mondo deriva il giusto ordinamento di una società”.
© L’Osservatore Romano
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