Pubblichiamo l’intervista che Mons. Melchor Sanchez de Toca y Alameda, General Coordinator del Progetto STOQ e Sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura, ha cortesemente rilasciato ad SRM, subito dopo l’inizio del Convegno che si è svolto dal 30 novembre al 2 dicembre scorsi presso la Pontificia Università Lateranense, e che ha ufficialmente concluso le celebrazioni per l’Anno Internazionale dell’Astronomia, e per i 400 anni dalla prima osservazione di Galileo Galilei con il telescopio
Quale bilancio è possibile tracciare, alla chiusura delle iniziative per l’anno Internazionale dell’Astronomia, dedicato a Galileo ?
Quasi un anno fa, il 27 gennaio, Mons. Ravasi presentava in una conferenza stampa nella Sala Stampa Vaticana, tutte le iniziative della Santa Sede per questo anno, Anno Internazionale dell’Astronomia, e bicentenario della nascita di Darwin.
Possiamo certamente dire che sia stato un anno ricchissimo. Quello di oggi è cronologicamente l’ultimo dei grandi eventi collegati all’anno dell’astronomia: un dialogo a tre voci tra astronomia e cosmologia, filosofia e teologia, per cercare di comprendere l’universo, ma anche dare un senso alla Creazione.
Ma c’è stato molto di più; quest’anno ha visto anche la riedizione del Sidereus Nuncius di Galileo per i tipi della Pontificia Università Lateranense; la pubblicazione dei documenti riguardanti il caso Galileo che sono conservati negli Archivi Vaticani (Archivio Segreto e Archivio Storico del Sant’Uffizio); le iniziative promosse dalla Specola Vaticana, —l’Osservatorio astronomico del Vaticano; Convegni storici su Galileo, tra cui quello importantissimo di Firenze, organizzato dall’Istituto Stensen con il Patrocinio e la Collaborazione del Pontificio Consiglio della Cultura e di altre istituzioni vaticane, dove per la prima volta tutte le istituzioni in un certo senso coinvolte, storicamente, nel caso Galileo, si sono unite per celebrare questo importante anniversario: i 400 anni dalle prime scoperte di Galileo con il telescopio.
Direi che è un bilancio più che positivo, coerente con quanto Papa Benedetto XVI aveva voluto sottolineare già il 21 dicembre dello scorso anno, in coincidenza con il solstizio d’inverno: per l’essere umano, e per il cristiano in particolare, l’universo è sempre un invito a contemplare l’opera di Dio
Lei è autore, con Padre Mariano Artigas del libro Galileo e il Vaticano; possiamo dire che il caso Galileo sia un caso risolto ?
Certamente possiamo dire, parafrasando quanto aveva già affermato Papa Giovanni Paolo II alla chiusura dei lavori della Commissione che egli stesso aveva istituito per indagare sul caso Galileo, che i malintesi appartengono ormai al passato.
Ma questo non vuol dire che il caso Galileo sia definitivamente chiuso; come tutti i fenomeni storici rimane aperto alla ricerca da parte degli studiosi, alla possibile diversità di opinioni; e possiamo certamente dire che finché vi saranno spiriti liberi, vi saranno sempre opinioni diverse.
intervista di Paolo Centofanti, Direttore SRM
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