da L’Osservatore Romano, 12 novembre 2009
Le ragioni dell’astrobiologia
Conclusa una settimana di studi alla Casina Pio IV
“Perché il Vaticano si occupa di astrobiologia?” Questo il quesito che si è posto padre José Funes, direttore della Specola Vaticana, introducendo la conferenza stampa di presentazione della Settimana di studio “Astrobiology”, tenuta dal 6 al 10 novembre alla Casina Pio IV. Il gesuita ha ricordato come l’astrobiologia sia una scienza emergente, dai contorni molto vasti, che si avvale di varie discipline come l’astronomia, la cosmologia, la biologia, la geologia e la fisica, necessarie per indagare temi che meritano di essere approfonditi scientificamente, come l’origine della vita sulla Terra e la possibilità dell’esistenza di forme di vita su altri pianeti.
Da parte sua Jonathan Lunine, dell’università di Tor Vergata, ha sottolineato che questi incontri danno la possibilità agli scienziati di verificare come le varie discipline possono influenzarsi reciprocamente. Chris Impey, dell’università dell’Arizona, ha invece posto l’accento sulla concreta possibilità che l’universo – del quale l’uomo ha una conoscenza molto limitata – ospiti altre forme di vita e ha espresso la speranza che le prime scoperte in questo senso possano verificarsi già nei prossimi anni.
In conclusione Athena Coustenis dell’Observatoire de Paris-Meudon ha sottolineato come alcuni pianeti presentino delle caratteristiche che renderebbero possibile lo sviluppo della vita, pure se in forma primordiale. In particolare ha fissato lo sguardo su Europa, un satellite di Giove, e su Titano ed Encelado, che orbitano attorno a Saturno.
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