da L’Osservatore Romano, 31 agosto – 1 settembre 2009
Abitare la terra secondo giustizia
Il messaggio per la IV Giornata per la salvaguardia del creato celebrata in Italia
Roma, 31. L’impegno per la tutela della stabilità climatica è questione che coinvolge l’intera famiglia umana in una responsabilità comune, che pone anche una grave questione di giustizia: a sopportarne maggiormente le conseguenze sono spesso le popolazioni a cui è meno imputabile il mutamento climatico. Nel messaggio per la IV Giornata per la salvaguardia del creato – che si celebra domani 1° settembre in Italia – la Commissione per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, e la Commissione per l’ecumenismo e il dialogo, organismi in seno alla Conferenza episcopale italiana, propongono all’attenzione delle comunità ecclesiali “il rinnovato impegno e l’attenzione per quel bene indispensabile alla vita di tutti che è l’aria”. La riflessione è “sulla necessità di respirare aria più pulita e sul nostro contributo personale perché ciò avvenga”.
Citando il Compendio della dottrina sociale della Chiesa, le commissioni sottolineano, fra l’altro, come una tempestiva riduzione delle emissioni di gas serra sia “una precauzione necessaria a tutela delle generazioni future, ma anche di quei poveri della terra che già ora patiscono gli effetti dei mutamenti climatici”. Ecco perché occorre “un profondo rinnovamento del nostro modo di vivere e dell’economia, cercando di risparmiare energia con una maggiore sobrietà nei consumi, per esempio nell’uso di automezzi e nel riscaldamento degli edifici, ottimizzando l’uso dell’energia stessa e valorizzando le energie pulite e rinnovabili”. Un dovere sul quale è intervenuto più volte lo stesso Benedetto XVI richiamando l’attenzione sulla necessità di uno stile di vita più essenziale.
Nel messaggio per la Giornata per la salvaguardia del creato, si ricorda l’importanza della Conferenza sui cambiamenti climatici – che si svolgerà a dicembre a Copenaghen – nella quale la comunità internazionale dovrà definire le linee di un’efficace azione di contrasto del riscaldamento del pianeta per i prossimi decenni. “Occorrerà – si legge nel testo – una chiara disponibilità dei Paesi più industrializzati, anzitutto quelli dell’Unione europea, all’assunzione di responsabilità”. Neppure il peso della crisi economico-finanziaria, che investe l’intera comunità internazionale, “può esonerare da una collaborazione lungimirante per individuare e attivare misure efficaci a garantire la stabilità climatica”. È un passaggio cruciale – scrivono le commissioni episcopali – “per verificare la disponibilità della famiglia umana ad abitare la terra secondo giustizia”.
© L’Osservatore Romano
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