Da quasi un millennio la Sindone è certamente la reliquia più studiata e più discussa, dal punto di vista scientifico, teologico, filosofico, al centro di ricerche e di ipotesi spesso contrastanti, a volte anche fantasiose, o discutibili nelle conclusioni, o negli aspetti metodologici di base.
In questi giorni è stata pubblicata la notizia di una ricerca che, con tecniche pittoriche e alcune lavorazioni chimico fisiche del telo, avrebbe riprodotto una copia della Sindone stessa.
Il che di per sè non proverebbe nulla, essendo la Sindone comunque chiaramente riproducibile, pittoricamente o fotograficamente, in copie visivamente molto simili o anche apparentemente identiche all’originale.
Alcuni quotidiani e altre fonti di informazioni hanno però già titolato gli articoli su questa ricerca con l’avvenuta dimostrazione della falsificazione, nel 1300, della Sacra Sindone, stessa, ad opera di un artista o comunque di un falsario.
Tralasciando per il momento di analizzare il modo in cui questa notizia è stata presentata, e forse anche interpretata, cerchiamo di attenerci per il momento a fatti oggettivi. A breve gli autori della ricerca, il Prof. Luigi, Garlaschelli, ricercatore di chimica all’Università di Pavia, e alcuni suoi collaboratori, presenteranno dettagliatamente i risultati ottenuti, e sapremo quindi qualcosa di più su questo studio, e sugli effettivi risultati.
Nel frattempo, pensando di fare cosa gradita a coloro che si interessano di Sindone, pubblichiamo un commento del Dr. Petrus Soons, medico e ricercatore, autore dell’ologramma della Sindone e di diversi studi recenti sulla formazione dell’imamgine, e a breve anche una intervista a P. Gianfranco Berbenni ofmcap, docente per il Master in Scienza e Fede del modulo La Scienza e la Teologia di fronte alla Sindone.
Paolo Centofanti
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