Un articolo su Città Nuova, partendo dalla osservazione della “onnipresenza oggi della scienza e della tecnologia nella nostra vita quotidiana, [..] tanto familiare da considerarla come scontata”, cerca di analizzare le ragioni per cui “le scienze naturali e le loro applicazioni tecnologiche sono nate soltanto nell’epoca moderna e si sono dispiegate come un carattere esclusivo della cultura occidentale”.
Perché anche se la scienza non è nata in Europa, ma in Grecia, Medio Oriente e Oriente, è in Europa che la scienza moderna, sperimentale, si è sviluppata e affermata.
E fin dall’inizio è sempre stata strettamente connessa con le religione e la filosofia, con cui anzi in epoche antiche spesso anche si identificava. E con la religione e la filosofia ha sempre dovuto o potuto confrontarsi, non solo come incontro, scontro o dialogo tra differenti possibili forme e strumenti di interpretazione del reale, ma anche per la inevitabile riflessione che, già in Galileo, provocava la constatazione “che la fonte della natura su cui si esercita l’indagine scientifica e quella della rivelazione biblica, sulla quale riflette la teologia, è unica: l’intelligenza divina creatrice, Logos”.
Link Città Nuova
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