Lo ha spiegato nella conferenza stampa P. Charles Morerod, o.p., il quale ha affermato che “il cristianesimo presuppone un’armonia fra Dio e la ragione umana. La ricerca filosofica può dunque essere fiduciosa e il credente può evitare di opporre alla propria fede una verità trovata con la ragione”. La soluzione è quindi in questa fiducia che “spinge addirittura il credente a cercare di capire il mondo, perché «l’errore [sulle creature] può portare all’errore circa le cose di Dio» (S. Tommaso d’Aquino, Summa contra Gentiles, libro II, cap.4).”
Cosi la stessa “esperienza mostra che la conoscenza della filosofia aiuta ad organizzare meglio, in cooperazione con altre discipline, lo studio di qualsiasi scienza”. Ecco quindi che la filosofia, e la metafisica, si rivelano utili sia allo scienziato sia al teologo o allo stesso catechista, che hanno necessità di una mediazione culturale e, in alcuni casi logico-concettuale, tra ciò che si legge e si studia nelle Sacre Scritture e ciò che ci mostra il mondo fisico e i dati sperimentali delle scienze naturali.
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