Il Santo Padre lo ha spiegato nell’omelia per la Veglia pasquale del Sabato Santo; il mondo, nella sua globalità, “è un prodotto della Parola, del Logos” nella sua accezione di ragione, senso, parola. Non è quindi “soltanto ragione, ma Ragione creatrice che parla e che comunica se stessa. È Ragione che è senso e che crea essa stessa senso”. E “il racconto della creazione ci dice, dunque, che il mondo è un prodotto della Ragione creatrice”, e non il frutto di semplici orientamenti casuali o deterministici della materia.
Non fu perciò casuale “che nell’universo in espansione, alla fine, in un piccolo angolo qualsiasi del cosmo” venne originata anche “una qualche specie di essere vivente, capace di ragionare e di tentare di trovare nella creazione una ragione o di portarla in essa”.
Al contrario anzi, ipotizzare che “l’uomo fosse soltanto un […] prodotto casuale dell’evoluzione in qualche posto al margine dell’universo” avrebbe come conseguenza logico-filosofica che “la sua vita sarebbe priva di senso o addirittura un disturbo della natura”.
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