Vescovi, ricercatore e direttore scientifico della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, gli studi tesi a dimostrare i possibili rischi nella sperimentazione sulle IPS, cellule staminali pluripotenti indotte o riprogrammate, non sono una novità, anzi “dicono ciò che già ci sapeva, ossia la differenza con le staminali embrionali ma soprattutto che gli studi necessari per accertarne la totale sicurezza a cui si fa riferimento erano già stati abbondantemente messi in conto da chi ha inventato il metodo”.
Non è quindi sorprendente che si verifichino anomalie anche frequenti del Dna, dal momento che è proprio sul Dna che si interviene per manipolare e farle regredire allo stadio di pluripotenza. Il punto è come gestire tali instabilità, e come giungere appunto a garantirne il loro utilizzo terapeutico senza rischi genetici o di patologie conseguenti.
Per Vescovi, è poi naturale che ogni scoperta all’inizio abbia dei detrattori: non solo per la necessità che essa venga condivisa e approvata dalla comunità scientifica nel suo complesso, ma anche, se non soprattutto, per i tanti interessi politici e economici che sostengono ogni tipo di ricerca, e in particolare nell’ambito delle biotecnologie.
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