Lo spiega il professor Leonardo Marchetti, docente di Chimica organica all’Università di Bologna e presidente del Consorzio interuniversitario La chimica dell’ambiente, in un’intervista a Luigi Dell’Aglio su Avvenire.
Nell’Anno Internazionale della Chimica, si ha l’opportunità di parlare ai giovani della necessità e della bellezza dello studio della chimica, che svela così, “prima di tutto, la sua magnifica razionalità”, definita pure da “leggi precise e inviolabili, che permettono di conoscere come è costituita la materia”.
Tra gli ambiti di ricerca, per Marchetti sicuramente il più affascinante è “la chimica degli organismi viventi: studiandola si ha la dimostrazione che non può essere frutto di una casualità cieca” e si ha l’evidenza di un “preciso e sapiente disegno”, che informa gli esseri viventi e la realtà come la conosciamo.
Lo scienziato ha poi parlato anche della attuale necessità di una chimica verde, che a differenza della chimica del passato, non pensi “solo alla produzione senza curarsi dell’ambiente” e provocando magari “un dissesto ambientale con conseguenze drammatiche che poi ricadono su tutti, anche su chi ha creduto di risparmiare”, producendo invece a medio e lungo termine danni economici diretti (maggiori costi) e indiretti (minori profitti e redditività degli investimenti) al sistema industriale, oltre che alla collettività e al mondo in cui viviamo.
Link Avvenire
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