Possiamo dire che nessun oggetto sacro è mai stato al centro di tanti studi, dibattiti e opposte visioni, come la Sindone custodita nel Duomo di Torino. Ma se a volte il dibattito è centrato su questioni teologiche, altre su possibili ricerche storiche, altre infine su studi scientifici e sperimentazioni, in alcuni casi ci si trova a confrontarsi, intellettualmente o più semplicemente da lettori e spettatori, con ipotesi che vengono ampiamente riprese e diffuse dai mezzi di informazione, ma che sembrano appartenere al mondo della fantasia, se non della superficiale improvvisazione.
Segnaliamo alcune delle notizie e degli eventi più significativi di questa fine di primavera, con un breve cenno a una scoperta di un artista che ha provato a rilanciare la tesi della origine pittorica della Sindone.
Una ipotesi già sentita e smontata da tempo, e che dopo il sedimentarsi di alcuni lanci di stampa, come hanno sottolineato anche studiosi del calibro del prof. Gian Maria Zaccone, direttore del Museo della Sindone di Torino, è apparsa più come una speculazione, forse mediatica più che intellettuale, che non come il frutto di rigorose, metodiche e sperimentali ricerche storiche o scientifiche.
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La “Sindone di Giotto”
Luciano Buso, pittore autodidatta e restauratore, si dichiara convinto che la Sindone custodita nel Duomo di Torino sia opera di Giotto, come attesterebbero numerose “firme” identificate dallo stesso Buso su immagini del telo, e utilizzate da Giotto per autenticare le proprie opere e proteggere il proprio lavoro dai falsari.
Una tesi ripresa in un suo libro, presentato nello stesso periodo in cui l’artista ha svelato questa sua presunta scoperta.
Il Prof. Gian Maria Zaccone, Direttore del Museo della Sindone, ha disconfermato l’ipotesi e la sua scientificità, una notizia apparsa su La Repubblica.
“E’ vero che, nel 1988 – scrive – fu compiuta la radiodatazione della Sindone. E lo studio diede una datazione che oscilla tra il 1260 e il 1390. Tuttavia, il risultato e’ stato oggetto di successive discussioni di carattere scientifico. E ora non si puo’ ritenere definitivo: ci sono una serie di elementi che propongono una rivalutazione dei dati acquisiti. Di fatto, ci sono state delle contaminazioni che potrebbero aver spostato la datazione”.
Il Tempo – L’ultima: Giotto firmò la Sindone
Di «scoperte», specie su certi «divi» della pittura rinascimentale, se ne segnalano a bizzeffe.
http://www.iltempo.it/2011/06/07/1263150-ultima_giotto_firmo_sindone.shtml
ANSA – Studioso, Giotto firmo’ la Sindone
Nel telo anche la data 1315, in linea con analisi Anni Ottanta
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cultura/2011/06/06/visualizza_new.html_840475818.html
UAAR – Pittore veneto: “la Sindone è opera di Giotto”
Il pittore veneto Luciano Buso sostiene, scrive l’ANSA, che la Sindone di Torino sia opera di Giotto: la ‘prova’ risiederebbe nell’immagine stessa, che conterrebbe la ‘firma’ dell’artista medievale. Buso ha recentemente pubblicato un volume in cui sostiene che tali tecniche sono state correntemente usate da tutti i grandi artisti fin quasi ai giorni nostri.
http://www.uaar.it/news/2011/06/06/pittore-veneto-la-sindone-opera-giotto/
Il Giornale – Sindone, scoperta choc: spunta la firma di Giotto
Celata nel volto di Gesù morto, nella Sacra Sindone, ci sarebbe addirittura la firma di Giotto. Con tanto di data, 1315, in linea con le analisi al carbonio 14 fatte negli anni Ottanta
La Repubblica – Chiesa: Zaccone, la Sindone non contiene tracce di pittura
http://torino.repubblica.it/dettaglio-news/17:40-17:40/3983143
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