Questo il titolo del saggio del padre domenicano Jean Michel Maldamé contenuto nel volume Complessità, evoluzione, uomo, che avevamo già segnalato alcune settimane fa (cfr. SRM). Curato dall’antropologo di Bologna Fiorenzo Facchini, il libro raccoglie le relazioni del seminario Le vie dell’evoluzione e la domanda su Dio (cfr. SRM), che era stato promosso nel 2010 dall’Istituto Veritatis Splendor di Bologna e patrocinato dal Pontificio Consiglio della Cultura e dal Master in Scienza e Fede dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.
Avvenire, nel supplemento domenicale Agorà Idee, ha anticipato i contenuti dell’intervento del teologo, il quale spiega come “il dibattito tra atei, agnostici o scientisti, da un lato, e credenti ebrei, musulmani, cristiani, dall’altro”, faccia “risaltare dei concetti ben diversi sull’onnipotenza divina”, che si possono compendiare in due principali “scuole di pensiero”.
In una prima possibile visione, con la quale Maldamé non si identifica, “l’onnipotenza di Dio presuppone un potere assoluto”, ovvero “una volontà sovrana che non viene limitata da niente”, non è “sottomessa a nessuna regola” e risulta così “fuori da ogni logica umana”, mostrando un Dio che può “fare tutto e il contrario di tutto”.
Vi è invece un altro modo di vedere e “comprendere l’onnipotenza divina”, in cui “Dio mette la sua volontà e la sua potenza al servizio di un piano di saggezza e di ragione” creando “così un mondo con intelligenza che si sviluppa secondo regole, leggi e dinamismi”. In una simile concezione del Creato, “Dio rispetta queste regole. Dio non violenta il corso naturale delle cose, essendo il creatore dell’ordine del mondo e del suo dinamismo. Dio non contraddice se stesso”.
Questa per l’autore è la visione più adeguata, in cui realmente il potere di Dio “è al servizio della sua [stessa] saggezza, e che è correttamente orientata “nel senso del rispetto e della stima della scienza”. In questo modo, “la scienza resta sovrana nel suo ordine”, e “la spiegazione scientifica non deve appellarsi a Dio”.
Jean-Michel Maldamé, membro della Pontificia Accademia delle Scienze, è professore della Facoltà di Teologia dell’Istituto Cattolico di Tolosa, e decano emerito della facoltà di Filosofia dell’ateneo.
Pubblicato da Jaca Book, il libro Complessità, evoluzione, uomo contiene gli interventi di Ugo Amaldi, Vincenzo Balzani, Marcello Buiatti, Yves Coppens, Ludovico Galleni, Marc Leclerc, Maurizio Malaguti, Alessandro Minelli, Giovanni Maria Prosperi, Filippo Tempia e Margherita Venturi.
Questo il titolo del saggio del padre domenicano Jean Michel Maldamé contenuto nel volume Complessità, evoluzione, uomo, che avevamo già segnalato alcune settimane fa giugno (cfr. SRM). Curato dall’antropologo di Bologna Fiorenzo Facchini, il libro raccoglie le relazioni del seminario Le vie dell’evoluzione e la domanda su Dio (cfr. SRM), che era stato promosso nel 2010 dall’Istituto Veritatis Splendor di Bologna e patrocinato dal Pontificio Consiglio della Cultura e dal Master in Scienza e Fede dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.
Avvenire, nel supplemento domenicale Agorà Idee, ha anticipato i contenuti dell’intervento del teologo, il quale spiega come “il dibattito tra atei, agnostici o scientisti, da un lato, e credenti ebrei, musulmani, cristiani, dall’altro”, faccia “risaltare dei concetti ben diversi sull’onnipotenza divina”, che si possono compendiare in due principali “scuole di pensiero”.
In una prima possibile visione, con la quale Maldamé non si identifica, “l’onnipotenza di Dio presuppone un potere assoluto”, ovvero “una volontà sovrana che non viene limitata da niente”, non è “sottomessa a nessuna regola” e risulta così “fuori da ogni logica umana”, mostrando un Dio che può “fare tutto e il contrario di tutto”.
Vi è invece un altro modo di vedere e “comprendere l’onnipotenza divina”, in cui “Dio mette la sua volontà e la sua potenza al servizio di un piano di saggezza e di ragione” creando “così un mondo con intelligenza che si sviluppa secondo regole, leggi e dinamismi”. In una simile concezione del Creato, “Dio rispetta queste regole. Dio non violenta il corso naturale delle cose, essendo il creatore dell’ordine del mondo e del suo dinamismo. Dio non contraddice se stesso”.
Questa per l’autore è la visione più adeguata, in cui realmente il potere di Dio “è al servizio della sua [stessa] saggezza, e che è correttamente orientata “nel senso del rispetto e della stima della scienza”. In questo modo, “la scienza resta sovrana nel suo ordine”, e “la spiegazione scientifica non deve appellarsi a Dio”.
Jean-Michel Maldamé, membro della Pontificia Accademia delle Scienze, è professore della Facoltà di Teologia dell’Istituto Cattolico di Tolosa, e decano emerito della facoltà di Filosofia dell’ateneo.
Pubblicato da Jaca Book, il libro Complessità, evoluzione, uomo contiene gli interventi di Ugo Amaldi, Vincenzo Balzani, Marcello Buiatti, Yves Coppens, Ludovico Galleni, Marc Leclerc, Maurizio Malaguti, Alessandro Minelli, Giovanni Maria Prosperi, Filippo Tempia e Margherita Venturi.
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