In una recente intervista ad Avvenire, Polkinghorne, scienziato e sacerdote, Premio Templeton 2002, spiega sulla base della propria diretta esperienza e del proprio doppio ruolo di uomo di fede e ricercatore, come realmente non siano possibili sovrapposizioni tra questi due differenti magisteri, tra la scienza e la teologia, ma siano invece possibili “interazioni” tra di esse, “perché entrambe sono interessate alla ricerca della verità, sia pure a diversi livelli di approccio con la realtà”.
Così, mentre da una parte “la scienza fornisce all’umanità molte intuizioni e conoscenze significative e ben motivate”, al punto che diventa “perfettamente razionale e accettabile affidarsi a esse”, anche se “non ci danno la certezza assoluta”, e devono essere verificate e spesso modificate a distanza di tempo, dall’altra in modo analogo “anche le intuizioni e i discernimenti teologici si sviluppano nel tempo, magari più lentamente”, dal momento che “la teologia è più difficile della scienza”.
Link Avvenire
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