La scienza ha un ruolo fondamentale per combattere e prevenire ogni tipo di emergenza che il mondo attuale è costretto ad affrontare, che siano emergenze naturali o dovute all’azione dell’uomo. Questa una delle linee guida alla base del 43mo Seminario Internazionale sulle Emergenze Planetarie, organizzato dal 19 al 24 agosto 2011 dalla Ettore Majorana Foundation and Centre for Scientific Culture, dalla World Federation of Scientists e da ICSC – World Laboratory.
Ne ha parlato il prof. Antonino Zichichi (che della World Federation of Scientists è presidente e fondatore, oltre ad aver creato e a dirigere la Fondazione Ettore Majorana), rilevando che anche nel campo dell’energia nucleare l’azione della scienza, oltre ad essere fondamentale, può essere risolutiva e preventiva di qualsiasi disastro; in episodi gravissimi come quelli di Chernobyl o Fukushima, ad esempio, “le radici degli incidenti non hanno nulla a che fare con la tecnologia nucleare”, ma sono stati dovuti a cattiva gestione degli impianti, cattiva manutenzione, oltre che ad errori di programmazione e pianificazione, prima, durante e dopo le crisi.
Per Zichichi, che dal 24 giugno al 3 luglio scorsi con G. ’T Hooft ha guidato anche il 49mo corso della International School of Subnuclear Physics, bisogna però che il personale che progetta o gestisce le centrali sia altamente qualificato, scelto per meriti e capacità, anziché magari per appartenenze o raccomandazioni, e se veramente “la tecnologia delle centrali nucleari restasse nelle mani degli scienziati oggi non correremmo alcun pericolo”.
Del resto, ha spiegato, “furono gli stessi scienziati impegnati nel progetto Manhattan, il primo materialmente sperimentato per utilizzare l’energia nucleare per scopi bellici, guidato da Robert Oppenheimer, ad essere preoccupati per le possibili conseguenze che si sarebbero potute verificare se il controllo fosse sfuggito alla scienza”.
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