Questo il tema scelto dal professor Costantino Sigismondi, docente di Storia dell’Astronomia per il Master in Scienza e Fede, per la relazione conclusiva del Convegno della Società Italiana di Archeoastronomia, svoltosi nella sala della Specola dell’osservatorio di Bologna, il 28 e il 29 ottobre scorsi.
La sfera, ha spiegato Sigismondi presentando le attività e gli studi astronomici realizzati da Gerberto, “è solo uno degli strumenti da lui progettati.
Divenuto papa con il nome di Silvestro II, questo singolare studioso, uomo di fede e di scienza, “descrisse la sfera a Costantino di Fleury, suo studente e futuro abate di quell’abbazia”; si tratta di “uno strumento con montatura equatoriale accuratamente allineata; e questa cura nell’allineamento sta chiaramente a indicare “che non si trattava di un semplice strumento didattico, ma di uno strumento scientifico in postazione fissa – come avviene oggi in un moderno osservatorio – e che permetteva sicuramente osservazioni sistematiche del Sole, dal momento che ne fanno parte anche alcuni tubi orientati secondo i solstizi e gli equinozi”.
Il convegno ha visto, tra gli altri, anche il contribut del professore Elio Antonello, presidente della SIA, su Ruggero G. Boscovich SJ nel 200enario della nascita, e di Fabrizio Bonoli, professore a Bologna di Storia dell’Astronomia, su Domenico Maria da Novara, il maestro di Copernico quando questi studiò a Bologna.
immagine: cortesia Costantino Sigismondi
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