Riceviamo dalla Rice University la nuova ricerca realizzata dalla stessa e dalla Buffalo University su ateismo, religiosità e spiritualità e i modi di esprimerli, tra gli scienziati e gli studiosi accademici.
In questo nuovo studio sono stati analizzati alcuni comportamenti e modi di relazionarsi con le pratiche religiose. Ne è emerso come tra gli scienziati professatisi atei, un individuo su cinque partecipi anche a eventi, funzioni e cerimonie religiose, coinvolgendo anche la propria famiglia e in particolare i propri figli. Oltre alla non preclusione nel rapportarsi con istituzioni e eventi religiosi, o nel condividere momenti di spiritualità con colleghi, amici e familiari credenti, tali scienziati considerano importante anche consentire ai propri figli di poter decidere autonomamente, da adulti, sulla propria spiritualità.
Elaine Howard Ecklund, sociologa della Rice University e direttore del Religion and Public Life Program, ha affermato come i risultati degli studi siano stati “sorprendenti, anche se solamente in conseguenza di tutte le discussioni e dibattiti pubblici sui vari modi in cui gli scienziati appaiono decisamente non favorevoli verso i credenti”. Invece, “nella realtà proprio coloro che riterremmo maggiormente ostili ai fedeli, siedono accanto a loro” nelle funzioni religiose.
Segnaliamo un articolo sul blog della CNN, sulla presentazione dello studio, e links e fonti originali dal sito della Rice University.
Per gli studi precedenti, cfr. SRM:
- Studio: per la maggior parte dei giovani universitari USA, scienza e religione non sono in conflitto
- Scienziati atei, eppure spirituali
- È proprio vero che gli scienziati sono tendenzialmente atei ?
- Religion in the University
Link CNN blog
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