Le possibilità offerte dalla scienza odierna non devono far dimenticare che la tecnica non può esistere senza essere vincolata ad una domanda di senso, di trascendenza.
Papa Benedetto XVI ne ha parlato durante la sua visita alla Facoltà di Medicina e Chirurgia del Policlinico Agostino Gemelli, nel cinquantennale della sua fondazione.
Oggi, ha spiegato il Pontefice, viviamo in “un tempo in cui le scienze sperimentali hanno trasformato la visione del mondo e la stessa auto comprensione dell’uomo. Le molteplici scoperte, le tecnologie innovative che si susseguono a ritmo incalzante, sono ragione di motivato orgoglio, ma spesso non sono prive di inquietanti risvolti. Sullo sfondo, infatti, del diffuso ottimismo del sapere scientifico si protende l’ombra di una crisi del pensiero.”
L’essere umano ha così grandi opportunità e potenzialità, e ricchezza di mezzi tecnici, ma “vive spesso condizionato da riduzionismo e relativismo, che conducono a smarrire il significato delle cose”. Così, “quasi abbagliato dall’efficacia tecnica, dimentica l’orizzonte fondamentale della domanda di senso, relegando così all’irrilevanza la dimensione trascendente”.
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