Sui limiti e i rischi di approcci deterministici alle neuroscienze, Israel, professore di Matematiche Complementari presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università La Sapienza di Roma, è intervenuto alcuni giorni fa in un articolo su Il Giornale.
“La storia della scienza – ha spiegato – insegna che nessuno sviluppo importante è nato enunciando un programma di ricerca e poi sviluppandolo pian pianino. Può esservi stato certamente un lungo periodo di incubazione, ma i primi passi sono da gigante e il perfezionamento viene soltanto dopo”.
Conseguentemente, nell’attuale sviluppo e definizione della neuroscienza, non possiamo lasciare a questa nuova disciplina margini troppo ampi e acritici nell’interpretare e categorizzare la realtà dell’essere umano. Soprattutto, la sua etica e i suoi valori, che non sono affatto deterministicamente orientati e programmati come una parte di studiosi delle neuroscienze vorrebbero teorizzare.
Israel prende spunto dal nuovo libro di Sam Harris, Il paesaggio morale. Come la scienza determina i valori umani, per analizzare tali delicate questioni, e citando “i discorsi di Papa Benedetto XVI contro il relativismo”, avverte dei pericoli di “fanatismo scientista, intolleranza e incultura” che nel libro di Harris sono “ben rappresentati dall’idea allucinante che un giorno i «dibattiti accademici» sulla morale cesseranno”.
Link Il Giornale
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