Nelle Udienze generali, il 17 ottobre scorso, Papa Benedetto XVI ha iniziato a parlare dell’Anno della Fede, da lui stesso indetto con la Lettera apostolica Porta Fidei, con l’obiettivo che “la Chiesa rinnovi l’entusiasmo di credere in Gesù Cristo, unico salvatore del mondo, ravvivi la gioia di camminare sulla via che ci ha indicato, e testimoni in modo concreto la forza trasformante della fede”. Una fede, ha spiegato nella successiva udienza del 24 ottobre, che non può prescindere dalla ragione, né dalle sue applicazioni alla scienza, e che in in un’epoca come quella attuale, in cui razionalismo, scienza e tecnica sono fondamentali per il sistema economico e sociale in cui viviamo, e sembrano apparentemente predominare nel definire il bene e il male, e nel costruire una sorta di etica sempre più coincidente con l’utilità sociale o economica. Così, si chiede il Santo Padre, “Ha ancora senso la fede in un mondo in cui scienza e tecnica hanno aperto orizzonti fino a poco tempo fa impensabili ?”. In realtà la stessa scienza, mentre mostra nuove prospettive e possibilità, nuove opportunità di crescita e di progresso sociale, umano e materiale, fa apparire anche i propri limiti: “le stesse idee di progresso e di benessere mostrano anche le loro ombre”, spiega Papa Benedetto XVI, e “nonostante la grandezza delle scoperte della scienza e dei successi della tecnica, oggi l’uomo non sembra diventato veramente più libero, più umano”; anzi, mentre tuttora restano, nella società odierna, “tante forme di sfruttamento, di manipolazione, di violenza, di sopraffazione, di ingiustizia”, sembra rafforzarsi “un certo tipo di cultura”, di stampo razionalista e materialista, “ha educato a muoversi solo nell’orizzonte delle cose, del fattibile, a credere solo in ciò che si vede e si tocca con le proprie mani”, e che finirebbe per confinare gli esseri umani in una dimensione non di maggiore libertà, ma di minore consapevolezza e minore capacità di discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, o anche solamente utile; rischiando così di non poter più scegliere la propria esistenza, di non comprenderne il senso profondo, e di non poter scegliere liberamente di accettare il dono più grande di Dio: la fede.
Link Udienza Generale 24 ottobre 2012
Nel corso dell’Udienza Generale del 24 ottobre scorso, Papa Benedetto XVI ha spiegato il senso e il valore della fede, nell’Anno ad essa dedicato, e il significato profondo di essere credenti, in un’epoca in cui razionalismo, scienza e tecnica sembrano predominare.
“Ha ancora senso la fede in un mondo in cui scienza e tecnica hanno aperto orizzonti fino a poco tempo fa impensabili ?” si domanda il Pontefice; in realtà, mentre la scienza mostra nuove prospettive e possibilità, “le stesse idee di progresso e di benessere mostrano anche le loro ombre”, e “nonostante la grandezza delle scoperte della scienza e dei successi della tecnica, oggi l’uomo non sembra diventato veramente più libero, più umano”; restano invece, nella società odierna, “tante forme di sfruttamento, di manipolazione, di violenza, di sopraffazione, di ingiustizia”, e “un certo tipo di cultura”, di stampo razionalista e materialista, “ha educato a muoversi solo nell’orizzonte delle cose, del fattibile, a credere solo in ciò che si vede e si tocca con le proprie mani.
Link SRM
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