La nostra capacità di scegliere tra bene e male, e di prendere decisioni, etiche o non etiche che siano, non dipende solo dagli equilibri biochimici e dalle mappe neuronali del nostro cervello, né è causata solamente dalle nostre esperienze. Anzi, il concetto di morale è innato negli esseri umani, presente quindi fin da quando sono bambini, i quali oltre a diventare presto capaci di distinguere tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, scelgono conseguentemente, sanzionando tendenzialmente le persone con comportamenti ingiusti o scorretti.
Una tesi sostenuta dallo psicologo canadese Paul Bloom, riprendendo così le posizioni di molti filosofi, teologi e scienziati, che rifiutano l’idea di un riduzionismo meccanicista per il quale le nostre azioni sarebbero inevitabilmente determinate da fattori che sostanzialmente non possiamo controllare, quali ad esempio le reazioni biochimiche della nostra mente.
Bloom ha recentemente espresso le sue posizioni anche sulla rivista The Atlantic, in un articolo dal titolo The War on Reason, nel quale già dalle prime righe stigmatizza l’idea di alcuni studiosi e pensatori, per i quali “gli esseri umani sarebbero poco più che marionette della propria biochimica”.
Lo studioso spiega che la stessa “definizione di Aristotele dell’uomo come un animale razionale ha recentemente preso una brutta batosta” da parte di queste teorici, tra cui gli anche alcuni neuroscienziati.
Indubbiamente l’attuale sviluppo delle tecniche neurodiagnostiche tramite ad esempio la risonanza magnetica funzionale – fMRI, “ci permette di avere mappe multicolori che mostrano chiaramente le nostre vite, e abbiamo fatto notevoli progressi nel leggere i pensieri di un individuo guardando proprio tali mappe”. Allo stesso tempo, sappiamo che “un danno al cervello può compromettere anche i nostri più intimi aspetti, come la capacità di prendere decisioni su basi morali o di impedirci cattive azioni”.
Conseguentemente alcuni studiosi sono arrivati a concludere che le stesse “basi neurali della nostra vita intellettuale suggeriscono che la possibilità di decidere razionalmente e la libera scelta” siano in realtà concetti illusori, costruiti artificialmente. Noi, come sostiene il neuroscienziato Sam Harris, saremmo quindi delle semplici “marionette biochimiche”.
Una idea di persona che, spiega Bloom, in realtà “coincide poco con la nostra esperienza del modo in cui viviamo le nostre vite quotidianamente”. Anzi, sentiamo con certezza di effettuare ogni giorno delle scelte, quando decidiamo come agire, nel bene o nel male, così come sentiamo di “essere responsabili delle nostre azioni” e delle loro conseguenze.
Altra questione cruciale, questa concezione “di un nostro essere totalmente e solamente esseri fisici, collide anche con la vecchia idea che corpo e mente siano distinti”, separando così il nostro organismo fisico dalla nostra coscienza o anima, così come hanno fatto per secoli “molte concezioni religiose basate su questa sorta di visione del mondo dualistica”.
Nell’articolo Bloom parla anche delle ricerche effettuate, da lui e da altri studiosi, sulla coscienza e la morale nei bambini. Tali studi dimostrano costantemente che già a solo tre mesi i bambini mostrano empatia verso le sofferenze altrui, restano colpiti soprattutto dalle ingiustizie, e modulano il proprio comportamento sia mostrandosi più comprensivi e affettuosi verso le persone vittime di atti ingiusti, sia disapprovando in vario modo gli autori di tali atti.
Nato a Montreal, Quebec, il 24 dicembre del 1963, Bloom è professore di Psicologia e Scienze Cognitive alla Yale University; dopo un Bachelor of Arts in Psychology nel 1985 alla McGill University, ha continuato il suo percorso di studi al MIT – Massachusetts Institute of Technology, dove nel 1990 ha ottenuto il Ph.D in Cognitive Psychology.
La sua principale area di ricerca è il modo in cui bambini e adulti percepiscono e si rapportano con il mondo e la società, con particolare interesse per il linguaggio, la religione, l’arte, la morale.
Nel 2013 ha pubblicato il libro Just Babies: The Origins of Good and Evil.
Link The Atlantic
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