Non ha ancora un nome, ma una sigla, 2012 VP113, il nuovo pianetoide scoperto nel nostro sistema solare, il secondo ad essere individuato nella zona di confine del nostro sistema solare, nella regione conosciuta come nube di Oort, da cui provengono numerose comete.
Dieci anni prima, nella stessa regione dello spazio era stato individuato Sedna, un altro pianeta di piccole dimensioni, con un diametro di soli mille chilometri, ad una distanza dalla Terra pari a circa 76 volte quella che la separa dal Sole.
Ne parlano in un articolo su Nature 507, 471–474 (27 March 2014) doi:10.1038/nature13156, i due astronomi statunitensi che lo hanno individuato, Scott Sheppard, della Carnegie Institution of Science, e Chadwick Trujillo, del Gemini Observatory, situato nelle isole Hawaii. Entrambi hanno sottolineato l’importanza della scoperta, non solo perché il nuovo corpo celeste si trova ad una distanza ancora maggiore, ovvero circa 250 volte quella tra il Sole e la Terra, estendendo così ulteriormente i limiti del nostro sistema solare, rispetto a quanto si pensasse.
La scoperta di 2012 VP113, definito dai due scienziati come un nuovo Sedna, induce anche a valutare che potrebbero esserci circa novecento altri pianeti o pianetoidi oggetti con orbite simili e dimensioni anche superiori ai mille chilometri, se non paragonabili a quelle di pianeti come Marte, ad esempio.
Scott Sheppard ha dichiarato che “alcuni degli oggetti all’interno della nube di Oort potrebbero rivaleggiare con le dimensioni di Marte, se non della Terra. Questo perché molti di loro “sono così distanti che anche quelli molto grandi potrebbero essere troppo flebili per essere rilevati con le attuali tecnologie”. L’astronomo ha anche spiegato che “lo studio di questi oggetti lontani deve continuare, perché potrebbero raccontarci molto del modo il nostro Sistema Solare si è formato e evoluto”.
Link Nature immagine: cortesia Nature
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