Un recente studio condotto da Shin Ozawa e altri scienziati della Tohoku University di Sendai, in Giappone, apparso questa settimana sulla rivista scientifica Scientific Reports, ha mostrato qualcosa di inaspettato come causa della collisione di un asteroide con la Terra nel 2013, sopra il cielo di Chelyabinsk, in Russia: ciò che finora non si sapeva, è che prima di colpire la Terra la meteora, che aveva un peso di circa 10.000 tonnellate e un diametro di una quindicina di metri, aveva già avuto una forte collisione con un altro corpo celeste. L’articolo è stato pubblicato con il titolo Jadeite in Chelyabinsk meteorite and the nature of an impact event on its parent body, DOI: 10.1038/srep05033.
Ozawa e i suoi colleghi hanno analizzato frammenti dell’asteroide, e hanno verificato la presenza di giadeite, un minerale che si forma a pressioni molto alte, inglobato in materiale vetroso, nelle venature dovute all’impatto; una situazione spiegabile con il fatto che l’asteroide sia stato sottoposto contemporaneamente a temperature e a pressioni elevate. La composizione del minerale e il tempo calcolato perchè le venature dovute all’impatto si solidificassero, hanno portato a desumere che vi sia stata, all’incirca 290 milioni di anni fa, una collisione con un altro asteroide, di almeno centocinquanta metri di diametro, e che avesse una velocità di almeno 0.4–1.5 km al secondo. L’importanza dello studio è dovuta soprattutto alla possibilità di comprendere meglio il modo in cui si sono formati oggetti vicini alla Terra, come comete e asteroidi, e di quale sia stato il loro processo evolutivo.
L’asteroide di Chelyabinsk, una zona a sud dei Monti Urali è entrato nell’atmosfera terrestre, la mattina del 15 febbraio 2013, ad una velocità di circa 54.000 km orari, per poi esplodere e frantumarsi. Pur non provocando molti danni diretti alle persone o a centri abitati, l’onda d’urto dell’esplosione ha distrutto centinaia di migliaia di finestre, i cui vetri hanno ferito più di mille residenti, mentre nel lago di Cebarkul, dove sono caduti molti frammenti, ne è stato ritrovato uno del peso di circa tre quintali. L’impatto è la seconda più grande esplosione nell’atmosfera terrestre che sia storicamente documentata.
Fonte e immagine: Nature
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