Il rapporto tra scienza e fede nella vita monastica è il tema di una mostra allestita all’Abbazia di Vallombrosa da sabato 21 giugno 2014 : I monaci e la cultura scientifica tra ‘600 e ‘800. Organizzata dall’abbazia, dal Comune di Reggello, dal Museo Masaccio di Arte Sacra, e dal Sistema Museale Chianti Valdarno, con il sostegno del Consiglio Regionale, la mostra è stata presentata a Firenze il 17 giugno scorso.
Nell’ambito dell’evento il priore di Vallombrosa, padre Marco Mizza, ha ricordato che “fino alla fine del ‘700, con la soppressione degli ordini religiosi, i monasteri hanno fornito un apporto scientifico determinante”. “I monaci – infatti – erano studiosi di matematica, geometria, botanica e idraulica. A Vallombrosa saranno esposti vari di questi studi e manoscritti, oltre agli schizzi compiuti dallo stesso Galileo e che porteranno all’ideazione del telescopio”.
L’iniziativa è parte degli eventi organizzati in Toscana nell’ambito della manifestazione Pianeta Galileo 2014. Grande rilievo nell’esposizione viene infatti dato anche alla figura di Galileo Galilei, al suo pensiero come scienziato e uomo di fede, e al suo rapporto in giovane età, con l’abbazia e i suoi monaci: il grande scienziato toscano, per volontà del padre, da giovane fu infatti novizio vallombrosano. A lui è dedicata una specifica sezione nella mostra, che illustra ai visitatori l’intensa attività di studio dei monaci in scienze come l’astronomia, la matematica, l’ottica, la geometria, la meteorologia, l’idraulica, la meccanica.
Fonte: MET
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