La Chiesa dialoga con la scienza, cercando un equilibrio con la fede. Lo ha spiegato Papa Francesco giovedì 26 giugno nell’udienza per i professori e gli studenti del corso estivo in astrofisica e astronomia, dal titolo Galassie: vicine e lontane, giovani e vecchie, promosso dalla Specola Vaticana nel mese di giugno 2014.
Il Santo Padre ha ringraziato i docenti “che hanno dedicato tempo e fatica” per introdurre i partecipanti, “giovani astronomi, nell’arduo e affascinante lavoro di studiare l’universo, dono prezioso del Creatore”, e constatando la molteplicità di provenienze e di culture degli studenti, ha affermato che “è giusto che tutti i popoli abbiano accesso alla ricerca e alla formazione scientifica”; allo stesso tempo dobbiamo fare in modo “che tutti i popoli possano godere dei benefici della scienza” e che non vi siano disparità culturali o economiche che creino discriminazioni o svantaggi per alcuni.
Papa Francesco ha anche definito la Scuola di Astrofisica della Specola Vaticana “un luogo dove i giovani del mondo dialogano, collaborano e si aiutano a vicenda nella ricerca della verità che si concretizza in questo caso nello studio delle galassie”, una “iniziativa semplice e concreta” che “mostra come le scienze possano essere uno strumento adatto ed efficace per promuovere la pace e la giustizia”.
L’universalità e il grande valore sociale della ricerca scientifica sono alcune delle principali ragioni per cui “la Chiesa è impegnata nel dialogo con le scienze a partire dalla luce offerta dalla fede, poiché è convinta che la fede può allargare le prospettive della ragione, arricchendola (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 238). In questo dialogo con le scienze, la Chiesa si rallegra del mirabile progresso scientifico riconoscendo l’enorme potenziale che Dio ha dato alla mente umana (cfr ibid., 243), come una madre si rallegra ed è giustamente orgogliosa quando i suoi figli crescono «in sapienza, età e grazia» (Lc 2,52).”
Purtroppo “solo una piccolissima parte della popolazione mondiale ha accesso” alle conoscenze scientifiche “che aprono il cuore e la mente ai grandi interrogativi che l’umanità da sempre si pone: Da dove veniamo? Dove andiamo? Che senso ha questo universo di centomila milioni di galassie?…”
Domande che predispongono gli uomini “all’incontro con il Creatore, Padre buono, poiché «in lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At 17,28).”
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