Pubblichiamo la versione italiana dell’intervista cortesemente rilasciataci dal matematico Amir D. Aczel, storico della scienza, molto noto anche come divulgatore e per la sua attività intellettuale e culturale per promuovere e dimostrare il possibile equilibrio tra scienze e fede. Il suo libro più recente, Perché la scienza non può disconfermare Dio, critica fortemente le posizioni filosofiche di Nuovi Atei come Dawkins o Hitchens, e dimostra come non possano usare la scienza per confermare le loro teorie materialistiche. Nato in Israele il 6 novembre 1950, Aczel ha studiato alla University of California, Berkeley, dove ha conseguito un Bachelor of Art in matematica nel 1975, e un Master of Science nel 1976. Successivamente ha ottenuto anche un dottorato di ricerca in statistica presso l’Università dell’Oregon. È autore di diversi libri sulla matematica, la tecnologia, e il rapporto della scienza con le persone, la religione, la società.
Lei è un matematico: la matematica potrebbe confermare la nostra fede in Dio? Non credo che la nostra fede in Dio possa essere confermata da qualsiasi tipo di scienze o da qualsiasi forma di matematica. Purtroppo, a mio parere, la scienza e la matematica né dimostrano né confutano alcuno degli aspetti del Divino. La religione non è suscettibile di un’analisi scientifica e matematica (con l’eccezione di idee non scientifiche che erano in realtà errate interpretazioni della Scrittura, come l’ipotesi della Terra Giovane, mettendo in discussione la rotazione della terra, o che negano l’evoluzione, escludendo ad esempio i Neanderthal e le loro implicazioni).
Come si potrebbe sintetizzare il suo libro Perché la scienza non può disconfermare Dio ? Il mio libro è concepito come una risposta scientifica ai Nuovi Atei, come Richard Dawkins e Lawrence Krauss e il compianto Christopher Hitchens, che sostengono che la scienza in qualche modo “dimostra” che Dio non esiste. Quello che dicono, dal mio punto di vista, è semplicemente una sciocchezza e una distorsione di ciò che la scienza fa, può fare, e ha fatto. Sono assolutamente in disaccordo con questi scienziati, che dovrebbero sapere molto bene che nessuna scienza negli ultimi decenni ha smentito l’esistenza di un qualche tipo di forza fuori del nostro universo. Noi ben chiamiamo quella forza Dio.
Quale pensa siano le questioni scientifiche più critiche, o gli aspetti di maggior criticità attinenti il suo rapporto con fede, e come potremmo più correttamente considerarli o ridefinirli ? Credo che l’evoluzione sia un principio molto forte, che mostra però alcuni difetti. Così nel regno della biologia, non c’è molto da dire (non smentiscono Dio, ma provano semplicemente l’evoluzione. Teilhard de Chardin, per esempio, è stato un grande esempio di uno scienziato che ha creduto in entrambi: evoluzione e Dio). Ma la cosmologia è un’arena differente. Qui, fisici come Lawrence M. Krauss, che ha scritto un libro intitolato Un universo dal nulla, stanno dicendo qualcosa di sbagliato. L’universo non è, non lo è mai stato, né mai deriverà, dal puro ‘nulla’. Ogni fisico sa che lo spazio vuoto non è ‘niente’ – Einstein lo sapeva, come lo sanno tutti i fisici moderni. Quando hai uno spazio vuoto, hai già in esso forze e energia, e poi arrivano le particelle, perché come Einstein e Dirac ci hanno mostrato, l’energia può trasformarsi in particelle. Ma da puro vuoto – l’esistenza di nulla, nemmeno lo spazio vuoto – nessun universo sorgerà da solo. Questo mi dà, quantomeno, la convinzione che Dio ha fatto l’universo.
Per quanto riguarda la relazione tra scienza e fede, dal suo punto di vista, quali sono i peggiori errori degli scienziati e dei teologi ? Gli errori dei teologi sono nel considerare la Scrittura come realtà. La Scrittura è scritta allegoricamente. Non è saggio credere che il mondo sia davvero stato creato in sei giorni, eccetera. La religione dovrebbe essere più astratta, in un certo senso, e non legata a dogmi antiquati. Gli scienziati, d’altra parte, non dovrebbero saltare su ad urlare: “Dimostriamo che Dio non esiste” Questo è semplicemente spingersi troppo oltre, in un modo in cui la scienza non ha mai fatto. E non può mai fare.
Cosa ne pensa del modo in cui la scienza a volte viene usata per definire l’etica o mistificare la verità ? Sì, ci sono nozioni o idee scientifiche che sono sbagliate, e quando sono usate per fare politica, può essere molto male per la società. Ma in generale la scienza ha alcuni controlli incorporati: per esempio, la revisione tra pari di pubblicazioni in riviste scientifiche e altri metodi di verifica, e, in generale, la verità emerge. Ma non credo che una tale verità potrebbe mai smentire qualche tipo di spiritualità.
Perché dovremmo credere ? Semplicemente perché non sappiamo, e perché ciò che la scienza fa e ci rivela è veramente la meraviglia della natura e della creazione: le cose che non capiamo, ad esempio perché siamo qui? come si è formato l’universo? cosa ha creato le forze della natura in un modo così preciso e regolato da creare un universo in grado di sostenere la vita? E da dove vengono le nostre sorprendenti coscienza, creatività e capacità di comprensione? La scienza ha sollevato soltanto queste domande – mai vi ha risposto.
Link intervista originale, inglese, SRM
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