Per padre Stanley L. Jaki, filosofo e storico della scienza, fede e ricerca scientifica sono strettamente connesse, e il loro conflitto non ha alcun senso. Anzi, la scienza moderna di Galileo Galilei e di Isaac Newton ha le sue basi proprio nella cultura filosofica e teologica del medioevo, in un modo per il quale possiamo affermare che senza la Chiesa Cattolica la scienza come la conosciamo oggi non esisterebbe nemmeno.
Nato a Györ, in Ungheria, il 17 agosto del 1924, e morto a Madrid il 7 aprile del 2009, Jaki è stato uno dei pensatori più noti in questi ambiti, e mentre negava che la scienza sia incompatibile con la religione, ne affermava anche la necessità che non travalichi i propri limiti, invadendo ad esempio aree di competenza della filosofia e della teologia.
Nel 2010 il Master in Scienza e Fede dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum ha organizzato a Roma un Convegno Internazionale per ricordarlo nel primo anniversario della sua morte. Gli Atti del convegno sono stati pubblicati nelle scorse settimane, nella serie Saggi, ISBN 9788867880362, a cura di p. Rafael Pascual, direttore del Master e decano della facoltà di filosofia, e dell’ingegner Antonio Colombo.
Nel volume, oltre ad una breve biografia di padre Jaki, ai saluti di p. Pascual e alla prolusione inaugurale di Mons. Marcelo Sánchez Sorondo, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, sono riportati gli interventi dei relatori, che hanno affrontato i principali temi del pensiero di Jaki, dal suo duplice ruolo di sacerdote e scienziato, alla sua visione di John Henry Newman come apologeta, alla sua concezione del realismo filosofico e scientifico.
Come si legge nella presentazione del libro, “Gli idoli di legno, di pietra, d’argento e d’oro di cui parla la Bibbia non sono più presenti nella civiltà occidentale. Altri ne hanno preso il posto. Nelle parole di Eliot: la lussuria, l’avarizia, il potere. Ma l’unico idolo che aspira a prendere il posto di Dio è la scienza, da cui ci si attende la salvezza e con la quale si pretende senza ragione di fornire basi a filosofie materialiste”.
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