Le origini e lo sviluppo della vita sono uno dei più grandi misteri con cui l’umanità si sia confrontata: per i credenti è dovuta alla volontà e all’opera di Dio, per atei e agnostici è solo il frutto casuale di reazioni biochimiche, originatesi in un universo nato dal nulla o quasi, e di successive evoluzioni dovute al caso, alla selezione naturale o, nel migliore dei casi, a leggi matematiche e fisiche che ne regolano lo sviluppo. Su questo secondo punto di vista si attesta il libro Gli ingranaggi di Dio. Dal caos molecolare alla vita, del fisico tedesco Peter M. Hoffmann, pubblicato recentemente nella edizione italiana da Bollati Boringhieri, nella collana Nuovi Saggi. Attenzione, però, il titolo può sviare: l’autore, in questa sua prima opera, non teorizza che vi sia Dio dietro le regole e le leggi fisico-chimiche che regolano la vita nell’universo, come apparentemente potrebbe sembrare:anzi, propone una spiegazione proprio opposta.
“Da millenni – si legge infatti già nella scheda – gli uomini si interrogano sulla natura ultima della vita, eppure le spiegazioni che sono state fornite nel corso della storia si possono dividere in due sole grandi categorie: da un lato c’è chi pensa che tutti i fenomeni vitali possono essere ricondotti al movimento di minuscole particelle fisiche; dall’altro c’è chi invoca un’entità speciale, una sostanza invisibile che anima la materia vivente dandole uno «scopo». Chi la chiama Dio, chi «slancio vitale» o vis viva: è l’«intelligenza» che dovrebbe spiegare la mirabile organizzazione degli esseri viventi, così apparentemente diversa dal caos della materia bruta”.
Il volume di Hoffmann sostiene quindi l’ipotesi che, grazie a progressi della scienza, oggi sia possibile dimostrare che “il moto caotico e casuale delle molecole, unito alla necessità imposta dalle leggi fisiche, è tutto ciò che serve per spiegare la vita”, e che gli atomi le molecole, le nostre cellule, i nostri neuroni, abbiano in sé stessi, nelle loro regole di funzionamento, le ragioni per spiegare come sono arrivate le prime forme di vita nell’universo, perché si sono evolute e differenziate in certi modi, e perché noi esseri umani siamo abbiamo determinate caratteristiche fisiche, biologiche e psicologiche, idee, pensieri, comportamenti: per Hoffmann quindi “le nostre cellule sono fabbriche in frenetica attività, brulicanti di ingranaggi chimici, grazie ai quali vivamo e pensiamo, viviamo, pensiamo e agiamo”.
Lasciando però ad esempio irrisolte alcune questioni, che Hoffmann non sembra proprio poter spiegare: perché tali ingranaggi funzionano così bene ? qual’è l’origine del tutto ? chi o cosa ha fatto in modo che si originasse l’universo, e avesse regole e leggi così funzionali e perfette da arrivare alla realtà come la conosciamo, alla inafferrabile grandiosità complessità del cosmo e alla altrettanto inspiegabile complessità di funzionamento delle cellule e dei viventi ?
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