Il tempo per risolvere i problemi ambientali e i cambiamenti climatici rischia di esaurirsi, prima che si riesca a trovare delle soluzioni e che tali problemi diventino irreversibili. Lo ha affermato pochi giorni fa Papa Francesco nel suo Messaggio a Manuel Pulga Vidal, nella sua duplice veste di ministro dell’Ambiente della Repubblica del Perù, e soprattutto di presidente della XX Conferenza degli Stati che hanno aderito alla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici; la conferenza ha avuto luogo dal 1 al 12 dicembre 2014.
Nel suo messaggio, il Santo Padre ha voluto manifestare la propria “vicinanza e incoraggiamento, perché i lavori di questi giorni si realizzino con spirito aperto e generoso”, sottolineando la grande “responsabilità etica e morale” delle decisioni prese dai governanti, che influiranno sul benessere del pianeta e dell’intera umanità, in particolare delle popolazioni più povere e disagiate. “Le conseguenze dei cambiamenti ambientali – ha dichiarato il Pontefice – che già si sentono in modo drammatico in molti Stati, soprattutto quelli insulari del Pacifico, ci ricordano la gravità dell’incuria e dell’inazione”.
La mancanza di decisioni efficaci da parte dei governi ha portato invece ad un aggravamento del problemi causati dall’inquinamento e dal conseguente riscaldamento globale, soprattutto nella prospettiva di non poterli a breve più risolvere, se non verranno prese decisioni efficaci e tempestive. Papa Francesco ha quindi esortato i rappresentanti istituzionale ad effettuare le necessarie e urgenti scelte in questo campo, perché, ha spiegato, “il tempo per trovare soluzioni globali si sta esaurendo”, e sarà possibile “trovare soluzioni adeguate soltanto se agiremo insieme e concordi”, seguendo un “definitivo e improrogabile imperativo etico di agire”.
Il Pontefice ha anche sottolineato che per lottare efficacemente contro le attuali emergenze ambientali, sarà necessaria “una risposta collettiva responsabile, che superi gli interessi e i comportamenti particolari e si sviluppi libera da pressioni politiche ed economiche. Una risposta collettiva che sia anche capace di superare la sfiducia e di promuovere la cultura della solidarietà, dell’incontro e del dialogo; capace di mostrare la responsabilità di proteggere il pianeta e la famiglia umana”.
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