Quanta scienza c’è nella fantascienza ? Quanto sono accurate e realistiche previsioni e visioni degli scrittori che ci mostrano il nostro possibile futuro in film come Star Trek, Gravity, o Blade Runner ? Su questo argomento Bompiani ha recentemente pubblicato, nella collana Saggi, una terza edizione, riveduta e aggiornata, del volume La scienza della fantascienza, opera di Renato Giovannoli,
Pubblicato per la prima volta nel 1998, il libro analizza tematiche quali l’esobiologia e la ricerca di forme di vita aliena; la robotica e l’intelligenza artificiale e le connesse questioni filosofiche, etiche e sociali; l’esplorazione del cosmo e i viaggi spaziali alla velocità della luce e con propulsioni a curvatura; le teorie della fisica quantistica e le ipotesi sul multiverso.
Con attenzione ai modi in cui si presenta la commistione e influenza reciproca tra scienza e fantascienza che non è solo possibile in ambiti letterari o cinematografici: non sono pochi infatti i casi in cui gli scienziati si sono ispirati a idee di autori di libri o film fantascientifici. “Le scienze della fantascienza – si legge infatti nella presentazione del saggio – hanno spesso un debito nei confronti delle vere scienze. Talvolta però sono il libero frutto della fantasia degli scrittori e al contrario hanno ispirato il lavoro degli scienziati”.
Nato nel 1956, docente di filosofia e bibliotecario, Giovannoli è uno studioso di semiotica della cultura. Trai suoi libri un saggio del 1985 sul Nome della Rosa di Umberto Eco; i volumi Elementare, Wittgenstein! Filosofia del racconto poliziesco, del 2007 e L’innominato vampiro. Il caso Manzoni – Dracula e altri casi di vampirismo letterario, del 2008; nel 2012 per Stampa Alternativa – Nuovi Equilibri, con il titolo Fiabe del tempo futuro in stile Novecento ha curato la pubblicazione delle Fiabe del Tempo, i racconti di fantascienza pubblicati da Antonio Rubino tra il 1932 e il 1934, principalmente sul Corriere dei Piccoli.
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