Il 24 giugno scorso si è ufficialmente chiusa l’Ostensione Straordinaria per il 2015 della Sacra Sindone. Si stima che, tra famiglie, singoli, gruppi organizzati, abbiano partecipato circa tre milioni di persone, provenienti da tutte le parti del mondo: Europa, Medio Oriente, Americhe, Asia, Africa, Oceania. Tra i pellegrini che hanno sfilato e sostato in preghiera o comunque in riflessione davanti al Sacro Telo, non solo cattolici o credenti comunque di religione cristiana: numerosi anche i fedeli di altre religione, tra cui significative presenze ad esempio di musulmani, buddisti, induisti.
Come ha sottolineato monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e Custode Pontificio della Sindone, “è stata un’ostensione tra le più partecipate e vissute dai pellegrini per intensità umana e spirituale”. Nonostante i grandi numeri, ha dichiarato Nosiglia, grazie all’organizzazione, che ha coinvolto oltre 4.660 volontari, “tutti i pellegrini hanno [..] avuto la possibilità di sostare in silenzio e preghiera davanti alla Sindone per un tempo congruo”.
Uno dei momenti più importanti è stata sicuramente la visita di Papa Francesco, recatosi a Torino il 21 e il 22 giugno. “I discorsi del Papa e i suoi gesti – ha spiegato monsignor Nosiglia – hanno colpito nel segno e resteranno dentro il cuore di tutti come invito alla speranza e alla fiducia nel futuro”. L’arcivescovo ha anche spiegato perché, come si sono domandati molti media e molti cittadini, Il Pontefice non abbia tenuto un discorso davanti al Sacro Telo: “Alla Sindone il Papa è stato in silenzio meditativo come ogni pellegrino – ha affermato Nosiglia – . Nessuna parola per non rompere quel clima di contemplazione e silenzio che esige la Sindone. Ma egli ha fatto un gesto ricco di tenerezza e di significato pregnante. Ha toccato il sacro Lino, lo ha come accarezzato, come se avesse toccato il corpo martoriato del Signore per consolarlo”.
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