La scienza non è fatta solo di studio, calcolo e razionalità, deve anzi naturalmente molte delle sue maggiori scoperte alla passione: che sia passione per la ricerca, per cercare di raggiungere un obiettivo importante per l’umanità, per costruire per tutti un futuro migliore. Ma spesso le passioni sono anche più umane e più terrene, e possono essere visibili ad esempio anche nella competizione con altri scienziati che arriva frequentemente ad evolversi nella rivalità, pure umana, fra studiosi, della stessa o di altre discipline.
Ne parla il libro dal provocatorio titolo Newton & Co. geni bastardi. Rivalità e dispute agli albori della fisica, pubblicato nel 2015 da Carocci Editore nella collana Sfere, ISBN 9788843076536. Scritto da Andrea Frova e Mariapiera Marenzana, con la prefazione di Piergiorgio Odifreddi, il volume è ambientato nel periodo storico “tormentato e vitale dell’Inghilterra del XVII secolo”, in cui tra “guerre civili, regicidio e tirannia, peste e incendio di Londra, si stagliano le figure dei padri fondatori della Royal Society, con le loro vicende biografiche e conquiste intellettuali”.
Scienziati come Isaac Newton, Robert Hooke, Edmond Halley, che nel volume vengono mostrati sia per i grandi successi scientifici da loro ottenuti, che hanno consentito il progredire della nostra società e della nostra cultura, sia per i rapporti spesso difficili tra loro, umani prima che scientifici e accademici.
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