Abbiamo chiesto al medico forense e sindonologo Alfonso Sanchez Hermosilla un commento sulla recente ricerca su campioni di polveri della Sindone, realizzata da un’equipe di studiosi delle Università di Padova e Perugia. Capo della Sezione di Istopatologia Forense dell’Istituto di Medicina Legale di Murcia, e direttore dell’Edices, Gruppo di Investigazione del Centro Spagnolo di Sindonologia – Equipo de Investigación del Centro Español de Sindonología, nell’intervista Hermosilla spiega anche come la ricerca, per quanto interessante, non innovi e non introduca elementi di novità fondamentale nello studio sul Sacro Telo.
Cosa pensa dei recenti studi sulla Sindone pubblicati dall’Università di Padova e di Perugia ? In termini di metodologia, non ho serie obiezioni, però mi vengono in mente alcuni problemi. Ad esempio la catena di custodia dei campioni è stata rotta, o per lo meno, è dubbia, anche se viene visualizzato il documento, che in linea di massima mina la credibilità dei risultati. Lo Studio genetico dei campioni di origine umana è interessante, naturalmente, ma non apporta nulla di nuovo.
È noto che la reliquia ha avuto contatti con una quantità enorme di persone nel corso della storia, una moltitudine che ha inevitabilmente contaminato la reliquia con il proprio DNA, cosa che tra l’altro sarebbe inevitabile anche oggi, a meno che non si adottino misure estreme di protezione individuale per prevenire questa contaminazione. Inoltre, è un fatto noto che le persone che hanno avuto accesso alla reliquia provengono da origini geografiche e etniche molto diverse. In realtà, questo studio conferma soltanto ciò che già sapevamo.
Quali sono invece le sue valutazioni relativamente all’analisi dei campioni di DNA ? L’origine specifica dei campioni di DNA umano utilizzato non è menzionata, e questa è un’informazione importante. Se si tratta semplicemente di uno studio generico dei resti del DNA umano presente nelle polveri aspirate, ciò che sembra più probabile, dovrebbe chiaramente indicare l’origine, ma ancora una volta, fornisce solo informazioni sulla contaminazione del DNA umano estraneo all’Uomo della Sindone.
Quali sono i punti che l’hanno maggiormente convinta di questo studio ? Gli unici elementi di interesse per uno studio genetico sarebbero le possibili strutture cellulari presenti nel campione e presumibilmente attribuibili all’Uomo della Sindone, però senza la certezza assoluta che siano contaminazioni appartenenti ad un’altra persona o persone. Cioè, anche se il risultato non sarebbe comunque determinante, la linea di ricerca più corretta sarebbe isolare cellule umane complete, estrarne il DNA e fare gli studi genetici pertinenti su questo DNA relativamente privo di contaminazione genetica estranea. Qualsiasi altra metodologia avrebbe molto poco valore dal punto di vista scientifico. Non è mia abitudine “criticare” oppure contestare articoli di voci altri autori, ma queste sono le mie opinioni personali su questo caso particolare.
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