Domenica 28 gennaio 2016 è morto a Boston l’informatico americano Marvin Minsky, scienziato dell’MIT – Massachusetts Institute of Technology, considerato unanimemente uno dei padri e dei pionieri dell’intelligenza artificiale. Nato a New York il 9 agosto del 1927, è stato tra i fondatori dell’Artificial Intelligence Project. Il progetto che proprio al MIT, dove aveva iniziato a lavorare nel 1958, ha iniziato a studiare l’AI, cambiando poi nome successivamente in Artificial Intelligence Laboratory.
Dopo aver frequentato la Fieldston School e la Bronx High School of Science, aveva studiato alla Phillips Academy di Andover, in Massachusetts, per poi laurearsi in matematica nel 1950 all’Università Harvard, e ottenere nel 1954 un dottorato in matematica a Princeton. Membro dell’Accademia delle Scienze e dell’Accademia Nazionale di Ingegneria Statunitense, aveva vinto tra gli altri il premio Turing nel 1969.
Intellettuale spesso polemico e diretto, docente di ingegneria e informatica al MIT, è stato anche uno scrittore molto prolifico. Tra i suoi articoli più importanti, Artificial Intelligence, e Saranno i robot a ereditare la Terra? Tra i suoi libri, Perceptroni, scritto con Seymour A. Papert, era stato il testo più importante, per i due autori, sull’analisi delle reti neurali artificiali. Era stato anche consulente per il cinema, in particolare per il film 2001 Odissea nello Spazio, di Stanley Kubrick.
Nell’immagine, cortesia Wikipedia, Marvin Minsky alla KI 2006 artificial intelligence conference, a Brema, Germania; Flickr contributor Steamtalks.
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