Lo ha annunciato in questi giorni Enrica Pagella, nuova direttrice dei Musei Reali di Torino: nel 2017, nel ventennale dell’incendio che nel 1997 quasi la distrusse, l’opera architettonica verrà resa nuovamente accessibile al pubblico. Un annuncio che potrebbe però essere letto senza certezze assolute, dal momento che la cappella realizzata nel 1694 da Guarino Guarini avrebbe dovuto essere riaperta già precedentemente.
Sono stati infatti numerosi in questi anni i rinvii conseguentemente alla complessità dei lavori, e ai danni causati dal furioso incendio verificatosi nella notte tra l’11 e il 12 aprile 1997. Non era la prima volta che i luoghi in cui era custodita la Sindone venivano attaccati dalle fiamme: anche il Sacro Telo ne era stato parzialmente danneggiato ad esempio nel 1532, quando era custodito nella Sainte Chapelle del castello di Chambery, in una teca di metallo che si era in parte fuso a causa delle fiamme.
Da allora molto è cambiato, e la Sindone oggi è custodita in una speciale teca realizzata con tecnologie aerospaziali. Costituita infatti da un blocco unico di lega leggera aeronautica chiusa da un cristallo blindato, è a tenuta stagna, e contiene gas argon, un gas inerte che impedisce contaminazioni di origine biologica o chimica.
Nell’immagine, cortesia Wikipedia, il Duomo di Torino con la cappella del Guarini
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