Giuseppe Rensi, nato a Villafranca di Verona nel 1871, è stato un avvocato e un filosofo, un intellettuale che ha pagato le proprie idee con il carcere e poi con la vita, a causa di un bombardamento nel febbraio del 1941 sulla prigione dove era detenuto per ragioni politiche. Sfugge però a facili definizioni che possano assimilarlo all’idealismo e al marxismo imperanti nella sua epoca, anzi se ne discosta nettamente, al punto da essere stato definito da Don Ernesto Buonaiuti “uno scettico credente”.
Dopo averne già pubblicato il libro La morale come pazzia, Castelvecchi Editore pubblica in questo febbraio 2016 un suo volumetto di 64 pagine dedicato all’idea di Dio e di religiosità nel pensiero del Georg Wilhelm Friedrich Hegel, emblema dell’idealismo filosofico tedesco, critico della religione, in particolare quella ebraica e quella cristiana, colpevoli a suo avviso della scissione tra ideale e reale.
Nel volume Hegel ovvero l’esistenza di Dio, ISBN 9788869444760, Rensi, si legge nella prefazione di Nicola Emery, spiega come invece il filosofo tedesco “rivela Dio nella vita interiore dell’uomo”, dimostrando “come l’esito dei complessi e ardui ragionamenti concettuali del grande pensatore tedesco non sia una somma di astruse e talvolta incomprensibili formule teoretiche” ma dimostri in modo comprensibile e rigoroso “l’esistenza di un Essere Supremo”.
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