La scienza mostra come la religione sia alla base dell’etica, della cooperazione umana, e dell’origine e la crescita della società; lo sostiene infatti un recente studio antropologico, realizzato in varie comunità religiose da un gruppo di ricercatori dell’Università della British Columbia, Vancouver, Canada.
La ricerca, che mostra del resto risultati simili ad altri precedenti studi, è stata guidata da Benjamin Grant Purzycki. È stata pubblicata nel mese di febbraio dalla rivista scientifica Nature, in un articolo dal titolo Moralistic gods, supernatural punishment and the expansion of human sociality – Dei moralistici, punizione soprannaturale e l’espansione della società umana, doi 10.1038 / nature16980.
L’articolo spiega come, da quando gli uomini hanno scoperto l’agricoltura, oltre ai legami genetici e familiari all’interno delle famiglie o di piccoli gruppi di individui, siano divenute naturali e necessarie anche le relazioni collaborative tra individui e differenti gruppi o villaggi, contribuendo all’evoluzione della società umana e ad una sua progressiva maggiore complessità.
Il superamento della caccia come solo metodo di procacciamento del cibo, e la nascita delle primordiali economie basate sull’agricoltura, rendeva infatti necessario relazionarsi anche con individui geneticamente estranei, spesso anche socialmente sconosciuti, per scambiare o commerciare prodotti agricoli, attrezzi, animali.
Tra le varie possibili ipotesi per il rapido sviluppo di una tale prosocialità, lo studio pone l’accento sulla caratteristica pedagogica e normativa della religione, ovvero su quelle che vengono definite, nelle antiche religioni politeiste o animiste, come “rappresentazioni cognitive degli dei” capaci di conoscere le azioni o gli stessi pensieri degli uomini, e inclini a punirli per le loro violazioni di norme religiose e sociali di comportamento.
Oltre a contribuire ad uniformare i comportamenti sui modelli socialmente più accettabili e utili, la religione avrebbe anche favorito i rapporti sociali con l’esterno, ad esempio tra coloro che, pur appartenendo a comunità diverse, avevano lo stesso credo.
Questo studio è stato sviluppato, su basi internazionali, attraverso interviste etnografiche e due giochi di simulazione comportamentale. Sono stati intervistati sia credenti delle grandi religioni monoteiste come buddismo, cristianesimo, induismo, sia persone che hanno dichiarato di praticare antichi culti tradizionali in certe aree del mondo, come ad esempio animismo e culto degli antenati.
Otto le comunità sociali coinvolte, molto differenti tra loro: la Repubblica Tuva in Siberia, Russia; le aree interne e costiere di Tanna, nelle isole Vanuatu; Pesqueiro in Brasile; Lovu e Yasawa nelle isole Fiji; Pointe aux Piments, nelle isole Mauritius; Pesqueiro, Brasile; Hadzaland, in Tanzania.
Link Nature; immagine: Religioni nel mondo, Wikipedia
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