Per difendere il nostro Pianeta, affrontarne le emergenze ecologiche e le crisi climatiche, e renderlo un luogo più abitabile oggi, e soprattutto, nel futuro, sembrano purtroppo non bastare gli eventi internazionali. Anche quando coinvolgono a confronto i leader dei paesi con le maggiori economie, o con le maggiori responsabilità di impatto ambientale.
Ieri, 22 aprile 2016, le Nazioni Unite, istituzioni, ONG e persone in tutto il mondo, hanno celebrato nuovamente l’Earth Day, la Giornata Mondiale per la Terra, ricordata anche da Google in suo doodle, di cui pubblichiamo una immagine purtroppo emblematica. Non casualmente, il logo della manifestazione ci ricorda però che Every Day is Earth Day – Ogni giorno è il giorno della Terra, proprio perché la tutela dell’ambiente non può essere al centro della nostra attenzione solo una volta all’anno, oppure, ovviamente, quando si verificano catastrofi di qualche tipo.
Perché dal 22 aprile del 1970, quando la manifestazione è stata istituita, non si è mai fatto abbastanza per impedire che le risorse naturali venissero saccheggiate, l’aria, l’acqua e la terra fossero contaminate, e interi ecosistemi e aree naturali venissero distrutti per mere ragioni di profitto, o per semplice incuria. Ieri si sono riuniti 175 rappresentanti di altrettante nazioni, e sono numerosi gli eventi internazionali e locali, che vanno anche oltre la giornata e si protraggono nei giorni successivi.
Ma sono iniziative che non devono e non vogliono essere fine a sé stesse, e con un impegno che coinvolge anche colossi della tecnologia come Google, con il suo Google Earth, Apple, la NASA, i social network, Facebook in testa. E che, come molte delle persone, non vogliono esaurirsi solamente nella comunicazione o nella organizzazione o partecipazione ai soli eventi. Devono e hanno in molti casi l’obiettivo di promuovere una autentica cultura ambientale, e di raccogliere fondi per operare realmente sulle tante emergenze.
Perché c’è ancora molto lavoro da fare, se a quasi 50 anni dalla istituzione di questo evento, e con la certezza o quasi che il riscaldamento globale abbia origine prevalentemente antropica, le aziende continuano ad inquinare e sfruttare le risorse naturali, distruggendole, e ad esempio negli Stati Uniti solo la metà circa dei cittadini dichiara di avere realmente una coscienza e una sensibilità ambientale.
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