Il 20 giugno del 2016 si commemorerà il cinquantesimo anniversario della morte di una delle figure più emblematiche del rapporto tra fede e ragione. Uno studioso di grande importanza, che dal secolo scorso rappresenta l’ideale equilibrio tra credo e ricerca scientifica, tra fede e scienza moderna. Georges Lemaitre, fisico, astronomo e sacerdote, era nato nella cittadina francese di Charleroi il 17 luglio del 1894.
Aveva studiato dai Gesuiti, nel collegio di Charleroi, dove probabilmente aveva maturato la propria vocazione sacerdotale, ma nella sua vita c’era anche la scienza, come necessità e come missione. Una missione che, insieme a quella di presbitero, ne determinava un’altra più completa: capire il mondo e il cosmo, senza perdere di vista la fede in Dio creatore; fede che anzi dal sapere scientifico usciva arricchita, più che impoverita e negata come certi stereotipi della sua epoca e della nostra potrebbero far pensare.
Si era laureato in matematica e scienze fisiche all’università cattolica di Lovanio. In questa stessa università, con una tesi su L’approssimazione di funzioni a più variabili reali, aveva poi anche ottenuto il dottorato, nel 1920; anno per lui di particolare importanza, perché era anche entrato in seminario, a Mechelen, per poi uscirne sacerdote tre anni dopo.
Aveva poi continuato i propri studi all’osservatorio astronomico di Cambridge e al MIT – Massachusetts Institute of Technology, dove aveva ottenuto un altro dottorato, con una tesi sui campi gravitazionali nel quadro della teoria della relatività generale. Tornato in Belgio, era diventato professore all’Università di Lovanio, dove aveva insegnato fino al 1964.
Sostenitore di un universo in costante e infinita espansione, era stato il primo ad intuire che tale espansione fosse dimostrabile grazie allo spostamento verso il rosso della luce emessa dalle stelle in allontanamento ?? Nel 1927 aveva pubblicato la sua teoria dell’atomo primigenio, che noi oggi conosciamo come teoria del Big Bang. Una ipotesi che spiegava l’espansione dell’universo, e la legge di Hubble, secondo la quale la distanza tra le galassie e la loro velocità di allontanamento sono proporzionali.
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